“Il Governo sta imponendo una riforma della giustizia di enorme rilevanza costituzionale senza alcuna disponibilità al confronto, forzando le procedure parlamentari, ignorando le richieste di dialogo e respingendo ogni proposta di modifica. Un atteggiamento arrogante, che segna un grave strappo alle regole democratiche e mina l’autorevolezza del Parlamento.”
Così il senatore Andrea Giorgis, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Giustizia, intervenendo in aula a Palazzo Madama dove sono in corso le illustrazioni sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità sulla riforma sulla separazione della carriere.
“Non si è aperto un vero dibattito nel merito, né si è spiegato in che modo la separazione delle carriere dovrebbe migliorare il funzionamento della giustizia. L’obiettivo – ha sottolineato Giorgis – non è rafforzare il sistema, ma alterare gli equilibri tra i poteri dello Stato a vantaggio dell’Esecutivo. È una riforma sbagliata nella sostanza e pericolosa nel metodo: rischia di compromettere la fiducia dei cittadini nella terzietà del sistema giudiziario”.
Sulla stessa linea il senatore Walter Verini, che in Aula ha denunciato il carattere impositivo e ideologico della riforma:
“Una riforma costituzionale senza relatore, blindata, con tutti gli emendamenti respinti e con la dichiarazione – sin dall’inizio – che il testo non sarebbe stato modificabile. È l’ennesima prova di una visione autoritaria, che riduce il Parlamento a ratificatore e colpisce principi fondanti della democrazia liberale.”
“È paradossale – prosegue Verini – che la magistratura, pur con i suoi limiti e le sue criticità, debba oggi difendere la propria indipendenza proprio dal Guardasigilli. Invece di accompagnare i percorsi di autoriforma più volte indicati dal Presidente della Repubblica, si sceglie di delegittimare la magistratura e di separare le carriere in modo rigido, creando un corpo votato all’accusa e mettendo a rischio le garanzie degli indagati e degli imputati.”
“Altra doveva essere la strada: attuare fino in fondo le riforme Cartabia, rafforzare organici e strutture, investire nella digitalizzazione e affrontare la vergognosa situazione delle carceri. Ma questo Governo ha scelto di colpire la separazione dei poteri e l’indipendenza della giurisdizione. Una democrazia non si rafforza limitando le sue garanzie, ma aprendosi al confronto, al pluralismo e al rispetto della Costituzione.”