Parola magica: spacchettamento. Tutti ne parlano. Molti (a parole) lo vogliono. «Un momento sorride Miguel Gotor, colonna portante della sinistra del Pd -: capisco l`ironia, ma con me non funziona. Ne parlo da tempo. Fui tra i primi a proporlo, riprendendo l`idea di un costituzionalista come Fulco Lanchester».
Da che cosa nasce tutto questo entusiasmo?
«Due i motivi per cui spacchettare è utile. Il primo: il cittadino può entrare nel merito della questione senza un secco `prendere o lasciare`. E serve ad abbassare la temperatura plebiscitaria».
Anche Renzi non lo disdegna.
«Sì, noto che i toni sono cambiati».
Ora sono affettuosi?
«Beh, non esageriamo… Diciamo che, sino a pochi mesi fa, erano irridenti».
Al di là dei principi politici, qual è il senso pratico?
«Applicare al referendum costituzionale il principio che vige anche per i referendum abrogativi: l`omogeneità dei quesiti per arrivare a un pronunciamento informato dei cittadini».
In concreto?
«Spacchettare significa chiarire che abolire il Cnel non c`entra nulla con l`elezione dei senatori. Ogni argomento ha una sua specificità. Così come la questione del Titolo V può essere trattata autonomamente dall`abolizione del voto di fiducia».
Dica la verità: lei sa per certo che Renzi ha cambiato idea.
«Dico la verità: lo ignoro».
Però l`establishment fa pressino sul premier.
«Ovvio. Specie dopo le elezioni comunali. L`analisi è realistica. La sconfitta indebolisce Renzi e il Pd. Anche perché non si è consumata solo nella grandi città, ma anche nei piccoli Comuni. Specie in Toscana…».
Non avete sfondato a destra.
«Bella scoperta. Non abbiamo sfondato a destra e abbiamo perso a sinistra verso l`astensione e il voto per i 5 Stelle. Penso ci sia stata un`errata lettura del 40,8 per cento delle Europee quando andarono alle urne 58 elettori su 100 e abbiamo assorbito Scelta Civica, ma non sfondato a destra».
Fassina e D`Attore ritornano?
«No, non credo. Ho stima per loro, ma io credo ancora nel progetto Pd. A differenza loro, penso che il Pd possa ancora essere cerniera di centrosinistra tra una sinistra radicale che accetta la sfida del governo e un civismo liberal. Bisogna evitare il frontismo progressista e il neocentrismo trasformista renziano».
Franceschini è accusato di tramare nell`ombra…
«Non credo. Lui divide l`Italia in sistemici e populisti. Cioè vuole un Pd alleato ancora con il Nuovo Centrodestra ed è un errore».
Da dove ripartire per un partito che non c`è?
«Eliminando il doppio incarico: oggi il N è un comitato elettorale che fa da megafono del governo: non funziona. Facendo un bel check-up sulla scuola. Non avendo la presunzione di prendere a schiaffi sindacati e insegnanti. Tornando ad ascoltare e non credendo, presuntuosamente, di essere autosufficienti».
Marchionne porta voti. La Cgil, no. Disse Matteo.
«Disse male. Abbiamo perso una valanga di gente. Dobbiamo recuperare con umiltà: noi ci siamo».