Gotor, è la prima estate senza la Festa dell`Unità di Roma.
Credo che alla fine si farà una kermesse a settembre, di una settimana. La festa dell`Unità è una grande forma di volontariato civico, uno degli aspetti più vivi della forma partito. Fuori dal Pd c`è un associazionismo sempre più diffuso, auto organizzato, c on una domanda di sinistra molto forte. C`è profumo d`Ulivo. Il problema è che alla guida del partito c`è profumo di arrogane.
Un ragionamento non dissimile da quello di Fabrizio Barca su questo giornale,una settimana fa.Ma Barca critica anche la minoranza, “speculare” a Renzi.
È un modo un po` troppo astuto di riposizionarsi. Così resta un po` dentro e un po` fuori. Accomunarci nella critica è una maniera inoffensiva per esprimere dissenso dal renzismo dopo le amministrative: dovremo abituarci perché sarà sempre più frequente.
Anche la minoranza Pd rimane un po` dentro e un po` fuori, no?
Noi restiamo dentro al Pd. È una decisione strategica. I segretari passano, il progetto resta. Prendo atto, dopo un mese, che non c`è stata alcuna riflessione sulle elezioni: così si ripetono gli errori. Ma noi abbiamo scelto: il Pd deve riorganizzare il centrosinistra. Bisogna evitare una deriva neocentrista.
La deriva è in atto da un po`.
Se uscissimo sarebbe facilitata. Spalancheremmo le porte alla destra: non ho dubbi su questo.
Quali sono le prossime battaglie all`interno del partito?
Primo, c`è una questione enorme: la Scuola. Abbiamo fatto una riforma contro la maggioranza degli insegnanti. Dobbiamo sederci al tavolo e rivederla. n altro tema sono il welfare e la sanità. Il Censis dice che 11 milioni di italiani hanno smesso di curarsi. Mettiamo al centro le questioni sociali.
Invece al centro c`è Iltalicum.
I temi istituzionali e sociali sono legati. C`è un rapporto tra le forme di democrazia e l`idea di società. La proposta di legge elettorale della minoranza Pd – il “Mattarellum 2.0” – ripropone collegi uninominali piccoli, di 150 mila elettori e riavvicina politica ai cittadini.
Torniamo al la festa del l`U nità. Se ci fosse una kermesse di Orfini per il “Si” al referendum sarebbe a suo agio?
Se invitato, parteciperei volentieri. Però poi chiederei di riflettere su ciò che è avvenuto a Roma. Abbiamo cacciato Marino per un input del premier e abbiamo perso malamente. Squadra che vince non si cambia, squadra
che perde invece…
Orfini dovrebbe dimettersi?
Il commissariamento era una questione d`emergenza. Della sconfitta non ha preso atto nessuno. E parliamo di dimissioni da commissario, non chissà cosa.
E sul referendum?
È sbagliato, e miope, che la maggioranza del Pd schiaffeggi centinaia di migliaia di nostri iscritti
ed elettori – il 20% – orientati a votare “no”. Sarebbe intelligente rappresentare anche la loro posizione,
invece di cacciarli. Le feste dell`Unità sarebbero un grande luogo di dibattito popolare. Trasformarle in comitati per il “sì” è un grave errore.