‘La storia dell’Ast rappresenta come non mai il senso di isolamento e, a volte, di vero e proprio abbandono che rispetto ai circuiti della comunicazione e a quelli della politica nazionale sono costrette a vivere numerose realtà locali. Da parte del Governo, che pure si sta occupando attivamente del problema, è difficile indulgere in facili ottimismi, se consideriamo che azienda e sindacati sono ancora divisi da tre punti qualificanti: i volumi di produzione, gli investimenti da realizzare e i 290 esuberi che rimangono in campo’. Lo afferma il senatore del Pd Miguel Gotor, intervenendo nell’Aula del Senato. ‘Se esiste una geografia europea degli acciai speciali, un polo produttivo di eccellenza come quello di Terni – continua – avrebbe tutto il diritto di essere presente se solo esistesse una politica industriale degna di questo nome in Italia. Una politica industriale che manca da quando nel 2008 fu programmato dall’allora ministro Bersani il «Piano industria 2015» che il successivo governo Berlusconi colpevolmente lasciò cadere e che oggi, a causa della crisi economica, abbiamo difficoltà a riprendere. La vocazione manifatturiera e industriale italiana deve essere rilanciata tramite investimenti pubblici e privati che devono trovare nell’attuale Governo non un luogo di divisione del mondo del lavoro, ma un centro propulsore, ad esempio ponendo all’Europa la questione dello scorporo dal calcolo del deficit dell’indebitamento realizzato a fini produttivi e di investimento. Le Acciaierie Speciali di Terni rappresentano il 20 per cento del Pil dell’Umbria e delineano una prospettiva di sviluppo e la speranza di una Regione battuta come le altre dalla difficile congiuntura economica. Se non interveniamo – conclude Gotor – con la politica e gli strumenti della politica resteranno solo la rabbia nuda degli operai e la desolazione incattivita di una comunità’.
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