Superare l`Italicum, non correggerlo «perché tra la cosmetica e una legge che garantisce davvero maggiore rappresentanza preferiamo la seconda strada». E non basta certamente la mozione di Sel, che sarà discussa a settembre. «Tocca a Renzi prendere l`iniziativa». Altrimenti, avverte Miguel Gotor, bersaniano, senatore della minoranza Pd, «dopo l`estate faremo un bilancio e decideremo come schierarci al referendum
costituzionale».
La mozione di Sinistra italiana è l`occasione per riaprire la partita della legge elettorale?
«Spero di sì. Renzi è un politico realista, attento ai rapporti di forza. Si rende conto che l`Italicum ha un limite strutturale: è pensato come un abito su misura del Pd al 40 per cento, presuppone lo sfondamento di una sola forza. Ma la realtà è molto diversa e presenta il conto. A livello europeo la partita non è più solo destra contro sinistra, ma establishment contro esclusi: per questo il nodo della rappresentatività è centrate. Oggi appare chiaro che l`Italicum è frutto di un eccesso di furbizia e strumentalità, ma le leggi elettorali si fanno immaginandoti sconfitto non vincitore».
La minoranza non ha votato il nuovo sistema elettorale. Ma se Renzi oggi aprisse a una modifica avrebbe il sapore di una mossa contro i grillini. Una posizione insostenibile.
«La forza della nostra linea è a disposizone dell`intero Pd. Mettiamo la nostra coerenza, con umiltà, al servizio di Renzi. Non chiediamo di cambiare la legge perché temiano i 5 stelle o la destra riorganizzata, ma perché l`abbiamo sempre detto».
Il problema è Renzi.
«Renzi può lavorare all`unità del partito e valorizzare la nostra posizione. Ci saranno critiche, certo, ma riuscirà ad arginarle».
Gli sta chiedendo un clamoroso voltafaccia.
«Non è così. Basta che attinga al suo realismo».
È sufficiente dare il premio alla coalizione anziché alla lista?
«Secondo noi no, sarebbe un passo avanti, ma la vera questione è la rappresentatività, il rapporto tra gli eletti e i cittadini. La proposta del Pd è sempre stata il doppio turno di collegio. Non c`è spazio per questa modifica? Lavoriamo allora su un turno unico con il 75 per cento di collegi a turno unico e il 25 che garantisce premio e diritto di tribuna».
Volete umiliare il premier?
«Ma non scherziamo. È interesse comune prendere atto di una stagione finita. L`Italicum è figlio del patto del Nazareno e del rapporto con Verdini. Ora bisogna cambiare interlocutori. Romani di Forza Italia dice che la priorità è cambiare l`Italicum. I 5 stelle, con apprezzabile serietà, sono disponibili a modificarlo visto che non lo hanno votato».
Volete ricominciare daccapo?
«La volontà politica è un`energi, che fa fare le cose bene e in poco tempo Sicuramente, a noi non basta un annuncio. Un accordo per cambiare la legge va stretto da qui al referendum di ottobre».