‘Henrique Pizzolato è in volo verso il Brasile, dove l’attende la detenzione in un carcere destinato ai ‘vulnerabili’: ovvero alle persone esposte a rischi particolarmente gravi ai danni della loro incolumità. La stessa esistenza di questa sezione, tuttavia, è messa in discussione dal momento che grava su essa un’eccezione di incostituzionalità che potrebbe determinare la sua rapida chiusura. In ogni caso Pizzolato passerà a partire da giugno del 2016 a un regime ordinario, all’interno di un sistema penitenziario – quello brasiliano – ordinariamente feroce e tra i peggiori al mondo. Qui la sua vita sarebbe davvero in pericolo e i suoi diritti sistematicamente violati, nonostante le fragili rassicurazioni pervenute dalle autorità brasiliane. Questo rende ancora più sorprendente la scelta del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha deciso l’estradizione di un cittadino italiano come è Pizzolato, che già scontava in un carcere italiano (e da oltre un anno e mezzo) la pena inflittagli da un tribunale brasiliano. E questo è quanto prevedono molte convenzioni internazionale e principi fondamentali del diritto, i quali esigono che la pena sia scontata nelle condizioni meno afflittive. Dunque, l’estradizione di Pizzolato si spiega solo con la necessità di scambiarlo con l’estradizione in Italia del boss camorrista Scotti, latitante da trent’anni e responsabile di molti omicidi. Insomma, quella di ieri non è stata una pagina particolarmente bella per la giustizia italiana: tanto più che da parte del Ministero e del Ministro erano giunte, nelle settimane precedenti, parole che avevano fatto presagire un esito del tutto diverso’.
E’ quanto scrivono in una nota i senatori del Partito democratico Cecilia Guerra e Lugi Manconi.

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