‘E’ passato poco più di un anno da quando l’Italia ha riacquisito lo status di indennità alla rabbia, perso quando nel 2009 fu identificato un focolaio nel nord-est. Ci sono voluti quasi quattro anni e un notevole impiego di risorse per arginarne la diffusione. La direttiva europea del 2013 ha modificato il regolamento sulla movimentazione di animali da compagnia, introducendo la possibilità di derogare all’obbligo di presentare un certificato sanitario per i cuccioli portati in Italia a scopi non commerciali. In alcuni casi, sarà sufficiente che il proprietario dichiari che i cuccioli non hanno avuto contatti con altri animali potenzialmente malati. Questa possibilità comporta, però, un grave rischio per la salute umana ed animale’. Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati, prima firmataria di un’interrogazione al Ministro Lorenzin, sottoscritta anche dalle colleghe Valentini, Granaiola e Mattesini.
‘La rabbia è una malattia mortale ancora molto diffusa, in particolare nei paesi dell’Europa dell’est, dai quali proviene la maggior parte dei cuccioli introdotti in Italia. La Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani e le associazioni animaliste hanno espresso e documentato la loro forte preoccupazione. Per questo – conclude la senatrice del Pd – chiediamo al ministro Lorenzin di vigilare perché l’Italia non si avvalga di questa possibilità di deroga’.

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