“In una fase storica difficile come poche altre, con le famiglie messe in ginocchio dal caro bollette e dall’aumento dei beni al consumo, con migliaia di imprese, soprattutto medio-piccole, che rischiano di dover chiudere i battenti per l’aumento dei costi delle materie prime, il governo Meloni arriva, con l’acqua alla gola a presentare una manovra del tutto insufficiente, non in grado di aiutare i cittadini e i lavoratori in difficoltà e, anzi, assolutamente iniqua. Di certo se questo era il primo vero banco di prova del centrodestra che ha vinto alle urne lo scorso 25 settembre, può dirsi non superato in modo disastroso con tutti i timori che ne conseguono sul futuro del Paese nei prossimi mesi, quando i morsi della crisi economica si faranno sentire maggiormente e ci saranno da gestire emergenze legate al Covid, che per qualcuno sembra essere scomparso, e ad una congiuntura internazionale assai complicata”. lo dice il senatore del Pd Nicola Irto, dell’ufficio di Presidenza del gruppo.

“Mancano – continua Irto – provvedimenti strutturali nei comparti nevralgici come sanità, welfare, scuola, lavoro e trasporti e nessuna traccia di interventi per abbattere le disuguaglianze sia a livello sociale che territoriali. La manovra si dimentica, volutamente, dei poveri e anzi cerca di colpirli con le modifiche ingiuste al reddito di cittadinanza, l’introduzione della nuova soglia della flat tax e trascurando totalmente il mercato del lavoro. Il governo si è poi dimenticato completamente del Mezzogiorno. Senza gli stanziamenti che i Comuni aspettavano in ordine al trasporto pubblico, ad esempio, e con il progetto di autonomia differenziata elaborato dal ministro Calderoli, si andrà verso la sicura spaccatura del Paese e la condanna per il Sud a una endemica situazione di fragilità economica e sociale”.


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