“Dopo la bocciatura della Corte Costituzionale, riproporre la norma che prevedeva il blocco dei pignoramenti nei confronti degli enti sanitari della Calabria, non rappresenta un passo in avanti perché si decide un altro stop senza stanziare un euro per pagare i legittimi creditori”. Lo afferma il senatore Nicola Irto dell’Ufficio di presidenza del gruppo PD a Palazzo Madama, intervenendo in Aula.”In questo modo – sottolinea Irto – si mettono in difficoltà le piccole aziende che sono costrette a cedere i crediti alle grandi società finanziarie che operano nel settore, le quali poi incassano interessi commerciali superiore a 8 %. Questo sistema di ritardare i pagamenti ha trasformato la sanità calabrese nel fondo speculativo più remunerativo al mondo per i creditori con le spalle grandi, che non hanno interesse ad essere pagati perché lucrano sugli interessi, mentre i creditori con le spalle deboli devono cedere il credito per tentare di andare avanti, addirittura rimettendoci”.”La sanità calabrese in questi anni è diventata un grande salvadanaio per i fornitori forti e fonte di disperazione degli operatori deboli. In Calabria si pagano anche 70 milioni di interessi annui che vanno ad incidere in maniera sostanziale sul debito complessivo. Il blocco dei pignoramenti sarebbe dunque utile se ci fossero i soldi veri per pagare, altrimenti è solo un palliativo. Faccio presente che il blocco per il 2022 non ha prodotto nemmeno un pagamento”, conclude Irto.


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