La decadenza di Silvio Berlusconi da senatore è sicuramente un fatto storico per la politica del nostro Paese, ma è innanzitutto una determinata riaffermazione che la legalità va tutelata e praticata. E’ stata semplicemente applicata la legge anche se per qualcuno ciò non era scontato. Anzi è la prima volta che ho sentito chiamare ‘colpo di stato’ il rigoroso rispetto delle leggi e delle sentenze.
Il Senato è stato pressato in tanti modi, diretti e indiretti, da chi voleva rimandare il voto all’infinito e da chi lo chiedeva subito, prima di qualunque istruttoria. Non ci sono stati né rallentamenti né accelerazioni. Le due Giunte hanno lavorato in modo impeccabile a garanzia della piena legittimità.
Il Paese sta vivendo un passaggio storico e drammatico, che può compromettere il futuro dell’Italia per i prossimi decenni. Come potremmo farcela senza una profonda riforma culturale e morale, senza tenere la barra dritta sui grandi ‘codici’ etici e civili della nostra civiltà, senza una fedeltà quotidiana ai principi della legalità repubblicana? In una democrazia, il primo luogo dove lo stato di diritto e la separazione dei poteri debbono essere affermati e difesi, è il Parlamento.
È questo il punto di partenza, il dovere sacro, perché nonostante la forza di settanta anni di Repubblica, il nostro Paese non potrà dirsi compiutamente democratico se la legge non sarà veramente uguale per tutti.