«Questo decreto non è una riforma. È un arretramento. È una chiusura. È un muro che si alza tra l’Italia e i suoi figli nel mondo.» Con queste parole, la Senatrice eletta all’estero La Marca (PD) è intervenuta ieri sul disegno di legge di conversione del decreto “Cittadinanza”, “approvato in tutta fretta dal Consiglio dei ministri lo scorso 27 marzo, senza alcun confronto con i parlamentari eletti all’estero né con gli organismi rappresentativi delle comunità italiane nel mondo, come il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero”, si legge in una nota. «Non è soltanto uno sgarbo istituzionale – ha denunciato La Marca – ma un tentativo preciso di marginalizzare gli italiani all’estero, di smorzare la nostra voce. Anche l’appello a rinviare l’attuazione del decreto, emerso con forza durante le audizioni in 1ª Commissione, è stato ignorato. Si è scelto di tirare dritto, senza ascoltare, senza correggere». Nel merito, la Senatrice ha espresso forte contrarietà a quella che definisce «una tagliola»: il “decreto prevede infatti che la cittadinanza per discendenza sia riconosciuta solo fino alla seconda generazione, escludendo automaticamente migliaia di italo-discendenti, anche quando legati all’Italia da vincoli culturali, affettivi e identitari profondi”, continua la nota. «Insieme al mio gruppo – ha ricordato – avevo proposto emendamenti per introdurre criteri più equi, come la conoscenza della lingua italiana o della cultura civica. Ma anche queste proposte, costruttive, sono state respinte.» Nel corso dell’intervento, la Senatrice ha rivendicato con forza il lavoro condotto in questi anni per il riacquisto della cittadinanza da parte di chi l’ha persa per naturalizzazione: «Grazie alle tante battaglie portate avanti, anche in Commissione, alla raccolta firme sul disegno di legge a mia prima firma sul Riacquisto della Cittadinanza italiana, alle mie numerose sollecitazioni, e alla pressione esercitata, anche direttamente con il ministro Tajani, il Governo ha infine presentato – seppur tardivamente e parzialmente – un emendamento che riapre i termini per il riacquisto a partire dal 1° luglio 2025.» La Sen. La Marca ha poi criticato “l’assenza di una visione organica da parte del Governo”: «Non bastava il decreto – ha dichiarato – nel Consiglio dei ministri sono stati annunciati altri due disegni di legge, uno già trasmesso, l’altro ancora sconosciuto. Si procede in ordine sparso, con interventi scoordinati, senza alcun progetto di riforma complessiva. Una prova evidente della mancanza di coraggio e responsabilità politica.» «Il mio voto non può che essere contrario – conclude la Senatrice – ma il mio impegno continuerà. Continuerà nelle aule parlamentari, sul territorio, nelle comunità italiane del Nord e Centro America. Continuerà fino a quando non avremo una legge sulla cittadinanza giusta, inclusiva, rispettosa della nostra storia e dell’identità dei nostri connazionali nel mondo.»
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