Nicola Latorre, senatore Pd: parliamo dei vincitori. Davide Casaleggio dice che vuole realizzare la democrazia diretta. Torniamo indietro a Rousseau, sorvolando la democrazia rappresentativa. Che ne pensa?
«Ho conosciuto suo padre, Gianroberto Casaleggio, in treno. Mi colpì molto l`intelligenza e l`acutezza con la
quale sosteneva argomenti che alludevano a un`idea di democrazia molto lontana dalla mia. Allo stesso modo, se
non di più, oggi sono colpito e molto preoccupato dalle tesi contenute nell`intervista del figlio. Personalmente,
rispetto al Movimento 5 Stelle, ho un`idea radicalmente opposta su come uscire dalla crisi della democrazia. Mi
sembra che la loro idea di democrazia online sia al contrario più una forma raffinata e rigorosa di controllo su tutti
i processi di formazione delle decisioni e degli orientamenti. Altro che libera partecipazione. Del resto affermare
che “la stella polare del Movimento 5 Stelle è il movimento stesso” e non il Paese, è la conferma che c`è da essere molto preoccupati».
A Roma si parla già di stop alle Olimpiadi e ad altre iniziative. E i riflessi sull`economia?
«Anche a Parma in campagna elettorale si parlò di chiudere l`inceneritore e a Livorno di una diversa amministrazione dell`azienda rifiuti e invece sappiamo come è andata a finire in entrambe le città. Vediamo dunque cosa accadrà sulle olimpiadi, e innanzitutto se Roma sarà effettivamente candidata ad ospitarle. Mi sembrano ragionamenti prematuri. Il M5S ha purtroppo già dimostrato, nelle altre città in cui governa, una certa incongruenza tra la propaganda e i reali comportamenti amministrativi».
Va rivisto l`Italicum?
«Non c`è nessun nesso tra questo risultato elettorale e l`Italicum. Se c`è una cosa che non va messa assolutamente in discussione, è proprio il doppio turno. Per il resto vedremo».
Nella sua Fasano avete vinto, ma nel complesso in Puglia e in tutt`Italia non è andata bene. Che dice?
«Sono molto contento per Fasano anche perché avrà con Zaccaria un grande sindaco. Ma in effetti…»
Ha commesso errori il segretario-premier?
«Il punto non è questo. Quel che emerge è un chiaro segnale politico ed è la profonda difficoltà che vive il nostro
partito nel rapporto con quella parte del Paese che non si sente partecipe del processo riformatore avviato o se ne sente addirittura vittima. Non credo dunque che vada messa in discussione la rotta riformista intrapresa. Si tratta semmai di coinvolgere quella parte della società italiana e rendere chiari i valori su cui si basano le riforme e le reali ricadute in termini di equità e giustizia sociale. In questo senso sarà importante anche il tipo di `narrazione` che sapremo mettere in campo e che sinora non ha convinto».
Non sarebbe opportuno scindere i due ruoli?
«Uno degli assi portanti del Pd, fin dalla sua fondazione, è stato che il leader di partito fosse anche il candidato
premier. Semmai il leader deve poter contare su un gruppo dirigente competente ed autorevole che sia in sintonia
con lui e che abbia anche una capacità di dialogo e di iniziativa con le diverse sensibilità anche di chi dissente.
Non bisogna tenere imprigionato e imbavagliato il partito. Bisogna aprirlo ai confronti e trarre vantaggio dalle
opinioni differenti oltre a curare seriamente il rapporto con i territori rendendoli coprotagonisti nella elaborazione
e nella iniziativa politica».
La sinistra del Pd marcia divisa. Cuperlo e Speranza dicono cose diverse. Eppure c`è un clima da resa dei conti. Cosa ne resterà del partito?
«Sono molto curioso di ascoltare in direzione i diversi amici e compagni che non hanno perso occasione in questi
mesi per criticare Renzi. Fino ad ora da quel che leggo c`è solo l`intenzione di utilizzare un chiaro momento di difficoltà del segretario e del Pd quasi per prendersi una rivincita senza indicare una idea di via d`uscita comune da questa situazione».
Emiliano nell`intervista alla Gazzetta attacca Renzi, ma spera che si ravveda. Ed è molto duro con Bersani e D`Alema. Critica il referendum ma forse no. Che ne pensa?
«Ho considerato Emiliano uno dei migliori sindaci degli ultimi anni e penso svolga anche un ottimo lavoro
alla presidenza della Regione ma sulle sue riflessioni di carattere politico ho qualche perplessità. Nell`intervista ci
sono intuizioni condivisibili ma poi si sostengono tesi contraddittorie di cui, confesso, ho difficoltà a decifrarne il
senso. Per quanto riguarda il referendum capiremo la sua posizione quando si andrà a votare perché ad oggi ci è
ignota».
Referendum. C`è il rischio di un paradossale Cnl – da Grillo a Casapound – contro Renzi?
«Eviterei di richiamare il referendum in ogni momento, proponendolo oggi quasi come una rivincita sulle
amministrative. Quello sarà un passaggio storico per la vita istituzionale e politica del Paese e meriterà una specifica attenzione. Poi discuteremo della battaglia referendaria ed evitare una union sacrè conservatrice e antiriformista».


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