Il cuore dei problemi è il Mediterraneo, non possiamo permettere che la Libia diventi zona franca. La comunità internazionale, quindi l`Onu, deve farsene carico. E gli Usa sono d`accordo». Nicola Latorre, Pd, presidente della commissione Difesa del Senato, è appena tornato da una serie di incontri negli Stati Uniti e anticipa a Panorama gli sviluppi futuri.
Presidente Latorre, Ucraina, Iraq e Siria attirano tutta l`attenzione. Come ha spiegato l`emergenza libica vista dall`Italia?
Sulla partita ucraina gli Usa misurano la tenuta della Nato e dell`Europa, ma ho fatto osservare che quella crisi non deve distogliere l`attenzione dal cuore del problema, il Mediterraneo. Nel vertice Nato di settembre in Galles se ne dovrà prendere atto.
 Significa che l`Alleanza dovrà impegnarsi in quell`area?
A maggior ragione con la fine dell`impegno militare e l`avvio della missione «no combat» in Afghanistan, credo che la Nato debba aggiornare la propria míssion ponendo il Mediterraneo al centro.
Quindi anche la Libia. Come ne avete discusso?
La Libia non deve diventare zona franca, tra terrorismo e traffico di esseri umani. Il primo obiettivo è avere un interlocutore credibile dopo le elezioni, quindi avviare una stabilizzazione. Mentre l`Europa deve farsi carico dell`immigrazione, lì la questione deve diventare internazionale: uso di militari solo per il controllo delle coste e dei confini, un inviato Onu di peso, una missione sotto mandato delle Nazioni Unite. Un quadro nel quale l`Italia potrebbe assumere anche più responsabilità delle attuali.
E gli americani che cosa le hanno risposto?
Alla Casa Bianca, al Pentagono, al Congresso e al Senato concordano sul ruolo dell`Onu e su una posízíone internazionale come la nostra. La svolta potrebbe esserci in autunno, con il vertice Nato e con l`insediamento della Commissione europea.
Le minacce alla sicurezza si legano ai tagli alla Difesa, tema sensibile per gli Usa.
Hanno insistito tantissimo, in modo bipartisan, sulla necessità che i membri Nato non riducano i bilanci della Difesa. Ho detto che il governo Renzi vuole rafforzare il rapporto con l`Alleanza e che si può razionalizzare la spesa senza ridurre l`efficienza. Nel dibattito sul Libro bianco insisterò sulla necessità di sistemi d`arma interoperabili guardando a un sistema europeo di difesa per rafforzare la Nato, consapevoli che comunque i tempi non saranno brevi. Naturalmente gli scenari oggi ci mettono dì fronte a emergenze che richiedono risposte urgenti. Dunque non dobbiamo uscire dai programmi di investimento, come gli F35, pur adattandoli alle nostre esigenze e tenendo conto delle valutazioni del Parlamento. Ho anche chiesto più reciprocità nell`industria militare e nella ricerca, come quella su cyber e cyberspazio.
Nel complesso, qual è il giudizio sull`Italia?
Ci ringraziano per quello che facciamo e in particolare per il lavoro della nostra intelligente in Libia, dove siamo i numeri uno. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri servizi segreti e delle nostre forze armate, un patrimonio da valorizzare.

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