«La vera domanda da porsi è soltanto una: ma c`è una maggioranza parlamentare disposta a cambiare la legge
elettorale? Perché, se così non è, di cosa stiamo parlando?». Il senatore Nicola Latorre arriva dritto al punto: o c`è una maggioranza che si riconosce attorno a un modello elettorale che non sia l`Italicum oppure siamo di fronte ad un esercizio teorico che non porta da nessuna parte.
Senatore, ma secondo lei il tema di una nuova legge elettorale si pone oppure no?
«Innanzitutto, una premessa. Ho grande rispetto per quanti oggi propongono di approfondire la questione delle legge elettorale perché già quando approvammo l`Italicum ci fu una discussione caratterizzata da grandi tensioni anche nel nostro partito, il Pd. Ma dobbiamo fare un discorso di verità».
Cioè?
«La verità è che mentre ci sono persone che in buona fede chiedono di riaprire il confronto, altri lo fanno in modo strumentale. Attenzione a trasmettere l`idea che vogliamo cambiare la legge elettorale perché con questa rischiamo di perdere».
In realtà anche Giorgio Napolitano sostiene che con questo sistema tripolare sia da considerare una modifica dell`Italicum. Secondo lei?
«Quando abbiamo approvato l`Italicum era evidentemente che andavamo verso il tripolarismo, anzi c`era già. Quello che è cambiato oggi è che c`è un centrodestra molto più debole e un M5s che si è maggiormente affermato. C`è un dato oggettivo, però, dal quale non si può prescindere: l`esperienza di questi anni ci dice che ogni volta che si è affrontato il tema della legge elettorale, senza una maggioranza solida, siamo andati a sbattere. L`Italicum è stata approvata dopo una sentenza della Corte Costituzionale che si è pronunciata sul Porcellum. Prima di allora si è discusso di sistema tedesco, spagnolo, francese ma non si è approvato alcunché».
L’talicum è figlia del patto del Nazareno.
«Esatto, anche se poi durante il confronto parlamentare è stata modificata rispetto al testo originario. Adesso siamo in un`altra situazione: Fi ha detto che non vuole parlarne fino al referendum; dal M5s dicono che o si fa la loro legge oppure non sono interessati; Sel è disposta a prendere in considerazione l`ipotesi soltanto se vince il No al referendum. Ditemi: con chi la dobbiamo approvare?»
La sinistra dem ha proposto il Mattarellum 2.0. Non la convince?
«Mi sembra di aver capito che stiamo parlando di un sistema che non riesce a raggiungere la maggioranza per essere approvata. Come ha detto giustamente il presidente del Consiglio, che ha dato la sua disponibilità ad aprire il confronto, questo potrà avvenire soltanto dopo l`approvazione del Referendum, quando saremo chiamati a fare una legge elettorale per il Senato. Sarà allora che si potrà verificare se ci sono le condizioni per migliorare l`Italicum».
Quindi una nuova legge elettorale no, ma alcune modifiche all`Italicum sì?
«Qualunque discussione non può che partire da due punti fermi: deve essere una legge elettorale che garantisce
stabilità al governo e una democratica selezione della rappresentanza. Il grande problema che hanno tutte le
democrazie occidentali è proprio questo: come rafforzare la democrazia. Dobbiamo essere in grado di modernizzare le istituzioni facendo sì che il rapporto tra democrazia e decisione sia equilibrato. L`innovazione vera della riforma costituzionale, che dovrà avere il via definitivo con il referendum, è questa: crea equilibrio tra democrazia e decisione. Per questo quando dico che con la vittoria dei Sì non siamo noi a vincere, vince il Paese».


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