«La situazione in Libia è arrivata a un punto limite. E la Libia da sola non ce la può fare. Altrimenti rischiamo che quella diventi la terra di raccolta del terrorismo jihadista».
Quindi?
 «Serve un intervento sotto l`egida dell`Onu. Una presenza militare vera che, tra l`altro, risponderebbe a una domanda di aiuto che da quel Paese è già arrivata. Una presenza in cui l`Italia potrebbe, anzi dovrebbe, avere il ruolo di guida». Nicola Latorre, senatore del Pd e presidente della Commissione Difesa, lancia la proposta di una missione militare dell`Onu in Libia, a guida italiana.
È il giorno della visita di Renzi in Egitto.
«E proprio da qui bisogna partire. Il viaggio di Renzi in Egitto è un fatto cruciale. Primo, perché conferma la lungimiranza della politica estera del nostro premier, che ha puntato sulla centralità del tema del Mediterraneo. Secondo, perché l`Egitto ha un ruolo fondamentale sia per la gestione della crisi in Medio Oriente che per la questione libica».
E veniamo alla Libia.
«Siamo a un punto limite. Il governo di Tripoli da solo non ce la può fare a favorire la stabilità politica con la costruzione del nuovo Stato, a disarmare le milizie e a sconfiggere quelle bande di criminali che gestiscono il traffico di esseri umani».
Sta proponendo un intervento militare in stile Iraq?
«No, semmai sulla falsariga di quello in Libano. Serve la riunione del Consiglio di sicurezza che dia il via libera a una missione in Libia sotto l`egida delle Nazioni Unite».
A guida italiana?
«Sì. L`Italia potrebbe assumere un ruolo decisivo. Di guida, appunto. Anche perché è l`unico Paese a non aver ancora chiuso la propria ambasciata a Tripoli. Questa presenza militare servirebbe a presidiare i porti, i pozzi di petrolio e soprattutto ad avviare la procedura di disarmo delle milizie».
Che tempi immagina?
«Subito. Se il Consiglio di sicurezza dell`Onu si riunisse ad agosto, alla sua riunione del 4 e 5 settembre il vertice della Nato potrebbe decidere eventualmente su come contribuire a questa missione».
Scusi, senatore, ma lei propone l`utilizzo di militari italiani proprio nel momento in cui l`Italia non è ancora riuscita a riportare i marò dall`India…
«Quella dei Marò è un`inaccettabile eccezione che non inficia il nostro impegno nelle missioni internazionali. Va sanata immediatamente. E per questo la nascita dei nuovi governi in India e in Italia con Renzi può favorire la soluzione diplomatica del problema per l`impegno che il governo ci sta mettendo».

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