Nicola Latorre, presidente della Commissione difesa del Senato: il presidente egiziano Al Sisi torna sul caso di Giulio Regeni e nega che a ucciderlo siano stati i servizi segreti.
«La prima cosa da dire è che siamo di fronte a un fatto gravissimo che ha colpito un nostro figlio. C`è stata e c`è una forte determinazione del governo e di tutti noi per arrivare alla verità».
Quello di Al Sisi, però, sembra l`ennesimo muro alla verità.
«Voglio cogliere nelle sue parole alcuni elementi positivi. In particolare quando sottolinea che l`Italia è stato il primo Paese a stare dalla parte dell`Egitto dopo la rivolta del 3o giugno. Colgo anche positivamente l`iniziativa dei parlamentari egiziani che hanno ribadito al Parlamento europeo la volontà di collaborare».
Al Sisi parla di «persone malvagie», di media che hanno enfatizzato. Non sembra un gran contributo alla verità.
«Vedremo. Dopo l`incontro con i magistrati egiziani, ci aspettavamo alcuni elementi che avevamo richiesto, sulla base anche della collaborazione annunciata da Al Sisi. Purtroppo, non ci sono stati riscontri positivi. Ma in queste ore la magistratura italiana ha fatto una nuova rogatoria internazionale: è arrivato il momento per Al Sisi di corrispondere a questa esigenza».
Molti vorrebbero di più: stop alla vendita di armi, al turismo, al commercio.
«Dobbiamo evitare di avvitarci in una spirale che alla fine non ci porti all`unica cosa che ora ci interessa: cioè alla verità. Non è il momento di una vuota e sterile propaganda».
Fino a quando siamo disposti ad aspettare?
«Abbiamo già richiamato l`ambasciatore. Per raggiungere la verità siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti. E in questo momento la cosa più utile è che venga consentito anche ai nostri magistrati di lavorare ».
Nel frattempo la Francia fa affari. «Osservazione molto giusta: ci aspetteremmo non soltanto una risposta
positiva dagli egiziani, ma anche che tutti i Paesi europei ci supportino. Noi abbiamo creduto all`importanza della stabilità di quel Paese: mi rifiuto di pensare che qualcuno punti a una rottura dei nostri rapporti per fare affari con l`Egitto. Sarebbe gravissimo».
Qualcuno potrebbe dire che tanta prudenza sui diritti civili serve anche per non ledere i nostri interessi economici.
«Non faccio ragionamenti ipocriti. Non disconosco il fatto che ci siano anche interessi economici, che vanno
salvaguardati. Ma il nostro principale interesse, la nostra unica priorità, è conoscere la verità su Regeni».


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