‘Come ho detto a fine seduta, la chiusura del pastificio Agnesi stride in modo terribile con gli sforzi dei Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Agricoltura per valorizzare le competenze e la capacità del settore agroalimentare, settore trainante dell’economia nazionale insieme al comparto turistico, e tutto ciò mentre l’Expo, dedicato all’alimentazione, sta per aprire i battenti! Questo è amaramente ironico’ spiega la Sen. Albano, ‘ho voluto inoltre portare all’attenzione dell’Assemblea come il nostro territorio, l’estremo Ponente ligure, abbia una situazione socioeconomica molto diversa dal resto del nord Italia, con quasi metà della popolazione costituita da pensionati, un tasso di disoccupazione al 16,9% e un indice di povertà pari al 10,6%. La de-industrializzazione dell’industria alimentare ha già colpito pesantemente la provincia di Imperia, per questo dobbiamo tutti fare il possibile per salvaguardare i posti di lavoro e promuovere la produzione locale, non passiamo dal ‘Silenzio, parla Agnesi’ all’Agnesi ridotta al silenzio’.


Segue testo intervento in Aula

Egregio Presidente, onorevoli colleghi, ricordate lo spot: «Silenzio, parla Agnesi»?


Bene, vorrei portare alla vostra attenzione la vicenda del pastificio Agnesi, di Imperia, marchio che dal 1824 ha diffuso nel mondo la qualità della pasta italiana e che oggi rischia di chiudere i battenti, privando il nostro Paese di un’eccellenza universalmente riconosciuta nel settore agroalimentare e il mio territorio di più: 200 posti di lavoro, considerato il relativo indotto.

 

Vi prego di considerare quanto questa vicenda, nell’ambito della crisi che sta investendo l’Italia, rechi un grave danno all’economia locale, già vittima della progressiva deindustrializzazione, e che registra punte di disoccupazione pari al 16,9 per cento e, in generale, un indice di povertà pari al 10,6 per cento. Imperia arriva addirittura terzultima in Italia tra le città con il più basso potere di acquisto in relazione ai salari più bassi. Non solo: si reca un grave danno anche, in generale, ai tentativi di rilancio del settore agroalimentare, proprio alle porte dell’Expo mondiale del 2015, avente come tema l’alimentazione.

 


La paventata chiusura dello stabilimento, anticipata dalla chiusura e dallo smantellamento, avvenuto tra gennaio e febbraio di quest’anno, del relativo molino che serviva al pastificio imperiese, è stata portata recentemente sul tavolo del Ministero dello sviluppo economico (di cui vorrei ringraziare i funzionari, che, con grande dedizione e competenza, si stanno occupando della vicenda) e tornerà all’attenzione dello stesso Ministero il 16 dicembre.

 


Chiedo pertanto a tutti voi, onorevoli colleghi, e al Governo di sostenere ogni iniziativa atta a scongiurare la perdita dei posti di lavoro di detto stabilimento. Sono convinta che con la collaborazione della proprietà – il gruppo Colussi – e delle Istituzioni nazionali e locali, si possa trovare una via di uscita positiva per l’azienda e per i lavoratori. L’Italia non può continuare a perdere occasioni di sviluppo e stare a guardare l’emorragia di posti di lavoro e di capitali mentre il potere di acquisto delle nostre famiglie continua a scemare. La chiusura della Agnesi stride in modo orribile con gli sforzi del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero delle politiche agricole e forestali per valorizzare le competenze e la capacità del settore agroalimenatre, settore trainante dell’economia nazionale insieme al comparto turistico. Vi ringrazio per la vostra attenzione.



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