‘Tutte le riforme che stiamo esaminando in questa fase difficile, scuola, giustizia, anticorruzione, pubblica amministrazione, fisco, diritti civili, ordinamento costituzionale, legge elettorale, lavoro, sono materie che da decenni vanno e vengono nel dibattito parlamentare, sempre bloccate da veti politici più che dalla dialettica delle idee. Negli anni, quest’impotenza parlamentare e il conseguente blocco delle decisioni hanno alimentato la sfiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni. Le democrazie sono in crisi, in sofferenza di fronte a una globalizzazione senza regole e a tecnologie in continua evoluzione. Nel passaggio verso un futuro totalmente nuovo, emergono con evidenza le difficoltà delle democrazie parlamentari ad affrontare la concorrenza del capitalismo autoritario e dei regimi illiberali’. Così il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda nel suo intervento in Senato sulla delega lavoro. E spiega: ‘Per inviare truppe russe in Crimea e nell’Ucraina dell’est è bastato un ordine secco di Putin. Per decidere sugli aiuti umanitari all’Ucraina e su un blando boicottaggio, i 28 paesi dell’Unione Europea hanno dovuto prima mettersi d’accordo sul giorno in cui i loro ministri si sarebbero incontrati e poi aprire un dibattito tra i più favorevoli e i più tiepidi alle sanzioni. Dobbiamo riflettere su questo punto, anche pensando al futuro del nostro Paese e dell’Europa. Per tutelare la forza della democrazia, dobbiamo restituirle la capacità di decidere, sapendo che il pluralismo non è uno strumento di interdizione, ma il metodo che, dopo libere elezioni, attribuisce alla maggioranza il potere di governare’.

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