di Luigi Zanda
economia2Per la prima volta dall’inizio della crisi, un Paese europeo molto importante come l’Italia ha deciso di connettere il rigore dei conti pubblici a un’impostazione decisamente espansiva della manovra. Un cambiamento assolutamente necessario per superare gli eccessi di politiche restrittive che per troppi anni hanno inciso negativamente sulla nostra economia.
Diciamocelo, il governo italiano sta svecchiando il Paese e lo sta facendo sin dai primi mesi della sua costituzione con una politica di riforme sulla quale il Parlamento è impegnato con successo.
Questo processo di cambiamento conferma che la politica non può non tener conto dell’economia, ma anche che l’economia non può prescindere dalla politica. Nelle scelte del governo c’è una prevalenza di politica e di interesse nazionale, come politica è la volontà del Parlamento.
La legge di stabilità ha un valore di 27 miliardi e non va giudicata solo per i suoi effetti sulla nostra economia, ma anche in chiave europea. La prima sua dote è la sua coerenza con i parametri del patto di stabilità e crescita. Il debito pubblico diminuisce per la prima volta dal 2007 e il deficit si ferma al 2,2%, ben al di sotto della soglia del 3% che importanti partner europei continuano a superare. È in questo quadro di grande attenzione ai vincoli europei che va inquadrata l’emergenza terroristica.
Il finanziamento della lotta al terrorismo internazionale richiederà più flessibilità sui parametri della stabilità. Molti fattori cambiano quando si è costretti a combattere un nemico che vuole la tua morte. Sono in gioco la vita di persone innocenti e i valori antichi di libertà, eguaglianza e fratellanza della nostra civiltà.
Per battere il terrorismo servono prudenza, equilibrio e continuità nella politica estera e forte coesione in primo luogo tra le nazioni europee. Ma sappiamo anche che, sul piano interno, servono buone forze di polizia.
La qualità delle nostre forze dell’ordine è fuori discussione. Aspettiamo ora con fiducia e con la piena solidarietà di tutto il Parlamento, le misure che il governo presenterà alla Camera per incrementare ulteriormente risorse e dotazioni. Dobbiamo sostenere con misure adeguate l’essenziale missione democratica dei nostri apparati di sicurezza.
La seconda dote della manovra è una rilevante diminuzione della pressione fiscale che darà respiro a molti italiani, stimolerà la domanda e farà salire la fiducia. C’è poi la lotta alla povertà e la tutela delle fasce più deboli della popolazione. Sono previsti stanziamenti che non ricordo d’aver visto nei miei 13 anni di attività parlamentare.
Il quarto impegno è la prosecuzione della difficile riduzione della spesa pubblica. In due anni la nostra spesa corrente scende di venti miliardi, dei quali sei nella legge di stabilità 2016. Sono cifre importanti.
Il quinto impegno è il rilancio dell’economia. Si riducono le entrate fiscali nella misura dell’1,1% del pil. Con due obiettivi: rilanciare l’offerta favorendo la ripresa della produzione industriale e sostenere la domanda, aumentando il reddito delle famiglie e favorendo l’occupazione.
Ma i benefici più rilevanti vanno alle realtà produttive medio-grandi che si candidano a trainare la ripresa economica e industriale del Paese. L’industria manifatturiera è un punto di forza del nostro sistema economico, una grande occasione di aumento dei posti di lavoro. Dobbiamo aiutarla a difendersi nel contesto difficile della globalizzazione, dandoci obiettivi realistici e immediati.