‘Oggi al Senato l’ufficio di presidenza del PD ha incontrato i sindacati sui temi della cassa integrazione’. Lo rende noto il vicepresidente del Gruppo Pd al Senato Stefano Lepri.
‘La situazione e al limite dell’allarme sociale in molte Regioni italiane – prosegue Lepri – Le imprese stanno attraversando una fase particolarmente difficile e molti lavoratori si trovano in circostanze drammatiche, aggravate da una prospettiva che ora, anche rispetto agli ammortizzatori sociali, non offre certezze finanziarie. Torino, purtroppo, risulta la capitale della cassa integrazione: a marzo sono state riconosciute 8,7 milioni di ore, prima provincia d’Italia. Occorre pertanto adottare – sottolinea Lepri – tutte le iniziative a disposizione, al fine di assicurare la copertura finanziaria dell’effettivo fabbisogno complessivo per il 2013 degli ammortizzatori sociali in deroga, fino a raggiungere almeno la disponibilità di 2,750 miliardi di euro, come richiesto al governo dalla mozione del gruppo PD del Senato’.
‘Con le risorse oggi disponibili – continua Lepri – si può ipotizzare che la copertura attuale arrivi solo fino a giugno; dunque per molte famiglie sono a rischio i livelli di sussistenza. Secondo i sindacati, anche prevedendo di impegnare fondi europei e alcuni fondi per la formazione nelle imprese, manca ancora un miliardo e mezzo per garantire durante tutto il 2013 le probabili richieste. Una cifra enorme, anche perché le imprese, una volta esaurite le risorse per la cassa ordinaria, sono portate a chiedere quella in deroga’.
‘Il PD – conclude Lepri – intende preparare una risoluzione di accompagnamento al Documento di programmazione economica, ma poi occorre un decreto del Governo, o meglio un emendamento al decreto più atteso, cioè quello sblocca debiti delle pubbliche amministrazioni. Nei prossimi giorni valuteremo come affrontare il provvedimento. Certo ci vorrebbe un governo e una maggioranza forte, per andare oltre le emergenze – conclude Lepri – e provare a integrare davvero le politiche passive del lavoro, come la cassa integrazione, pur necessaria, con quelle attive. E anche per contrastare eventuali abusi che possono esservi’.

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