I presidenti dei gruppi di opposizione a
Palazzo Madama hanno scritto una lettera al Presidente del Senato,
Ignazio La Russa, per chiedere la convocazione urgente della Giunta
per il regolamento dopo quanto avvenuto ieri sera in commissione
Affari costituzionali, durante l’esame della riforma costituzionale
per la separazione delle carriere dei magistrati.
Nel corso dell’esame del provvedimento, si legge nella lettera
sottoscritta da Francesco Boccia del Pd, Stefano Patuanelli di M5S,
Peppe De Cristofaro di Avs e Raffaella Paita di Iv – “è emersa da
parte della Presidenza della Commissione l’ipotesi di ricorso alla
cosiddetta pratica del ‘canguro’, al fine di accelerare la votazione
degli emendamenti. Tale ipotesi ha suscitato la ferma contrarietà da
parte di tutti i Gruppi parlamentari di opposizione, in quanto si
tratterebbe di un’applicazione del tutto irragionevole, contraria alla
natura costituzionale dell’atto in discussione e peraltro non
suffragata né da consolidata prassi né da precedenti regolamentari,
considerato che la cosiddetta regola del ‘canguro’ – già di per sé non
prevista espressamente dal Regolamento del Senato – è stata, nei rari
casi in cui è stata utilizzata, sempre e solo applicata in Assemblea,
e mai in sede referente”.
“È nostro dovere evidenziare come la stessa decisione di fissare una
data per l’approdo in Aula del disegno di legge costituzionale, l’11
giugno 2025, a votazioni in Commissione appena iniziate, rappresenti
di per sé una forzatura gravissima delle normali dinamiche
parlamentari che debbono essere rispettate specie se si intende
riformare la Costituzione. Forzatura che risulta anomala nei tempi e
nella modalità e non può in alcun modo giustificare l’introduzione
surrettizia e anticipata del ”canguro” sin dalle prime votazioni in
Commissione, pena la lesione delle prerogative delle opposizioni e del
principio di leale collaborazione tra maggioranza e opposizione”. (segue)
“Inoltre – si legge nella lettera delle opposizioni a La
Russa- , richiamiamo alla Sua attenzione che l’unico precedente di
richiesta di applicazione del ‘canguro’ in Commissione richiamato dal
Presidente della Commissione – quello relativo al testamento biologico
(XVII legislatura) – non ebbe mai un effettivo seguito e non
riguardava alcuna riforma costituzionale. Al netto di ciò è utile
infine richiamare che, ai sensi dell’art. 5 delle disposizioni finali
che accompagnano la riforma ultima del Regolamento del Senato, ‘cessa
ogni effetto prodotto dai pareri interpretativi della Giunta per il
Regolamento e dalle circolari riferiti agli articoli oggetto della
presente riforma’, rendendo inapplicabili i precedenti interpretativi
adottati prima dell’entrata in vigore della suddetta modifica
regolamentare”.
“Alla luce di queste considerazioni, a nostro giudizio, più che di
procedere con inutili forzature e incomprensibili applicazioni di un
non previsto e non meglio definito ‘canguro’, occorrerebbe rendere
maggiormente chiari e preventivamente conoscibili dai senatori i
criteri seguiti per dichiarare gli emendamenti: inammissibili;
identici; analoghi; decaduti, sostanzialmente accolti, assorbiti e/o
preclusi. E naturalmente quando e secondo quali criteri tali
valutazioni debbano riguardare un emendamento nella sua interezza o
solo in alcune sue parti”.
“Per le ragioni sopra esposte, riteniamo necessario un chiarimento
urgente e formale da parte della Giunta per il Regolamento in merito
all’ammissibilità e all’opportunità dell’uso dello strumento del
‘canguro’ in sede di Commissione referente, specie nell’ambito
dell’esame di un disegno di legge di revisione costituzionale, nonché
in merito alle condizioni di trasparenza necessaria nell’eventualità
di utilizzo dello strumento sulla sua portata applicativa e sugli
effetti che si produrrebbero, al fine di evitare forzature procedurali
suscettibili di compromettere il normale andamento dei lavori
parlamentari e il corretto esercizio del diritto di emendamento da
parte dei senatori. Per le suddette motivazioni e argomentazioni, Le
chiediamo, ai sensi dell’articolo 18, comma 3-bis, del Regolamento del
Senato, la convocazione urgente della Giunta per il Regolamento”.