«Può capitare che all`interno di un`associazione di grandi dimensioni ci siano dei comportamenti che qualcuno può definire inappropriati. Questo però non può pregiudicare lavalutazione dell`azione sociale promossa da queste istituzioni…». Per Sergio Lo Giudice, senatore Pd e presidente onorario dell`Arcigay, la questione sollevata dall`inchiesta-shock de «Le Iene», sul locale dove si pratica sesso gay sostenuto con i fondi pubblici, va tenuta distinta da ciò che reputa la normale promozione dell`Unar nel contrasto alle discriminazioni.
Secondo lei si è trattato della classica mela marcia?
«Non so esattamente. Le immagini sono state montate e c`è la testimonianza di un signore che denuncia alcune cose. Se ci sono dei profili di illegalità lo valuterà chi di dovere. L`Unar finanzia attività sulla base di quello che è contenuto nel progetto. Mi risulta che Anddos svolga pienamente un`azione culturale. Non è che l`Unar ha finanziato la sauna: c`è una sauna e poi c`è un`associazione che ha uno statuto, che è legalmente riconosciuta e che si presenta con un progetto sottoscritto dall`Università di Roma».
Senatore, converrà che se si stanziano migliaia di euro per un progetto e poi ci troviamo un circolo con le dark room…
«I progetti non li conosco e non li ho valutati di certo io. Non sono in grado di esprimere una valutazione se abbia fatto bene o no l`Unar nel caso specifico. Nel caso di Anddos, un`associazione ramificata su tutto il territorio nazionale, penso abbia avuto un peso la sua storia. Se all`interno di questa ci sono delle situazioni come quelle descritteda “Le Iene” ce ne sono però anche tante
altre: una rete di bar, discoteche che non hanno niente a che vedere con quella roba lì. C`è anche una struttura dedicata alla promozione sociale, alla prevenzione dell`Aids. Insomma, attenzione anon spacciare su un`immagine andata in onda un`azione molto più articolata».
Le opposizioni chiedono la chiusura dell`Unar.
«È evidente una strumentalizzazione dei soliti che non vogliono che in Italia esista un organismo contro le discriminazioni. Questo ufficio deve esistere, invece, chiarendo l`opportunità e valutando la correttezza di ogni sua azione, per carità».
Una cosa però resta elusa: che c`entra la questione Lgtb con le discriminazioni razziali, ragione sociale dell`Unar?
«L `Unar nasce nel 2003 con un decreto legislativo del governo Berlusconi in applicazione a una direttiva europea che ci imponeva di dotarci di un ufficio contro le discriminazioni razziali. A differenza di tutti i Paesi, l`Italia non si è mai dotata di un`autorità che tuteli i diritti umani e le discriminazioni in generale. Per questo motivo nel corso del tempo il governo Monti ha investito formalmente l`Unar di occuparsi anche di progetti per contrastare ogni tipo di discriminazione».


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