‘Una legge che riconosca i matrimoni fra persone dello stesso sesso non sarebbe incostituzionale: è nella libera disponibilità del Parlamento scegliere se percorrere questa o altre strade per rispondere alla richiesta della Corte Costituzionale di riconoscere i diritti delle coppie dello stesso sesso. A questo principio, sancito dalla Consulta nel 2010 e ribadito da successive sentenze della Cassazione (ultima quella del 6 giugno scorso) , molti politici sembravano refrattari in modo bipartisan. Oggi é stato ribadito per la prima volta in una sede politico-istituzionale e non giudiziaria: i due relatori del pacchetto di disegni di legge su matrimoni e unioni civili, Monica Cirinnà (Pd) e Ciro Falanga (Pdl) lo hanno entrambi ribadito invitando la Commissione ad assumersi la responsabilità della scelta’. Lo rende noto Sergio Lo Giudice, senatore del Partito democratico, primo firmatario del disegno di legge ‘Norme contro la discriminazione matrimoniale’ e componente della Commissione Giustizia. ‘Spero che la falsa argomentazione dell’incostituzionalità dell’estensione del matrimonio, sventolata da destra e da sinistra per negare impropriamente un diritto, esca finalmente dal dibattito pubblico. Ora la politica si assuma la responsabilità di una scelta senza falsi alibi’. ‘Saluto con favore – aggiunge il senatore Pd – la firma del senatore della lega nord, Michelino Davico al mio disegno di legge: é il segno che quella per eliminare le discriminazioni matrimoniali é una battaglia di civiltà che l’Italia deve fare indipendentemente dagli schieramenti. Mi auguro che l’impegno attivo e determinato del premier conservatore inglese David Cameron , che sta per varare l’estensione del matrimonio alle coppie gay e lesbiche, sia d’esempio al centrodestra anche nel nostro paese.’ La discussione generale in Commissione sui provvedimenti avrà inizio la prossima settimana.

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