“Stamattina in aula il senatore Quagliariello si è lanciato in un’astrusa argomentazione secondo cui l’introduzione delle quote di genere nella nuova legge elettorale sarebbe una misura di contrasto alla fantomatica ‘teoria Gender’, in quanto costringerebbe gli elettori ad affermare la propria identità sessuale come maschio o femmina. Ricordo a Quagliarello che quello che lui chiama ‘teoria Gender’ è la stessa riflessione sulle differenze e sui ruoli di genere che ha prodotto nel tempo le misure di contrasto alle discriminazioni delle donne nella società, sul lavoro e in politica, di cui le quote rosa sono diretta conseguenza.”
Lo scrive il senatore Pd Sergio Lo Giudice, primo firmatario del disegno di legge 405 sulla riattribuzione di genere.
“Saremmo al ridicolo se dietro queste parole non ci fosse in filigrana un senso di disprezzo per quelle donne e per quegli uomini costretti da una legge inadeguata a percorsi tortuosi per affermare, appunto, la propria identità sessuale.”
“Il mio pensiero – conclude Lo Giudice- va alla giovane Olimpia, nata Lorenzo, diciotto anni a dicembre, che, grazie a una sentenza innovativa e nonostante i ritardi del legislatore, ha ottenuto il cambio anagrafico di sesso senza operazione chirurgica. Olimpia potrà votare per la prima volta in primavera secondo la sua nuova identità femminile, e questo è un bel segno di un’Italia che, a poco a poco, sta cambiando.
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