“Alla vigilia della partenza di Giorgia Meloni per Washington, quasi nessuno si aspetta davvero che torni a casa con dazi azzerati per l’Europa. È chiaro a tutti che quella partita si gioca a livello europeo, e non è lei a condurla. Così come il pressing su Trump, quello che davvero conta, arriva dai mercati e dai grandi fondi d’investimento americani, non certo da Palazzo Chigi”, commenta Beatrice Lorenzin, vice presidente del gruppo PD al Senato.
“Il banco di prova, questa volta, è tutto internazionale: l’Ucraina, prima di tutto. La premier non può più permettersi esitazioni, né può voltarsi dall’altra parte fingendo che non sia affar suo. E lo stesso vale per Gaza: non può ignorare lo scempio in corso né tantomeno avvalorare, anche solo con il silenzio, mire che appaiono più immobiliari che politiche”, prosegue la senatrice dem.
“In quei cinque minuti davanti alle telecamere mondiali, Meloni si gioca la sua credibilità come leader europeo. E insieme a lei, si gioca quella dell’Italia”, conclude Lorenzin.


Ne Parlano