Senatrice Beatrice Lorenzin, ex ministra della Sanità con Letta, Renzi e Gentiloni, il tema del fine vita sta agitando la componente cattolica del Pd. C`è il rischio di fratture?
«Spero si riparta dalla proposta Bazoli, già approvata alla Camera e votata da tutti noi nella scorsa legislatura, che è frutto di un lavoro in commissione e interno al partito durato tre anni. Quando si fanno norme di questa delicatezza, si scontentano le posizioni più estreme per trovare la soluzione, se non più saggia, maggiormente condivisa. Ricordiamoci che agiamo sulla base di due sentenze della Corte costituzionale, che stabiliscono un perimetro preciso».
Quale perimetro?
«La morte volontaria medicalmente assistita per persone maggiorenni, capaci di intendere e volere, malate irreversibili, in condizioni di sofferenza fisica e psichica intollerabile, già sottoposte a cure palliative e a cui sia stata proposta la sedizione profonda. Perché non siamo all`anno zero. La vigente legge Lenzi sulla dichiarazione anticipata ha messo in campo le terapie del dolore e il rifiuto dell`accanimento terapeutico. Qui stiamo parlando di pazienti con malattie che provocano sofferenze intollerabili. Perciò nel percorso ci sono anche l`assistenza psicologica e la premura che le scelte non siano determinate da abbandono o addirittura raggiro».
C`è chi, come Giuliano Amato, sostiene l`esigenza di un passo ulteriore verso la libertà di scegliere come morire.
«Non confondiamo il suicidio assistito con l`eutanasia. Con la legge Lenzi si può stabilire di interrompere il sostegno vitale a un certo punto. Con la Bazoli accedi, con un atto volontario, a un ulteriore intervento di assistenza al suicidio. I comitati etici, al riguardo, sono molto importanti per il rispetto della volontà del paziente e per avere un occhio terzo che garantisca il percorso».
Ma la maggioranza degli italiani ormai rivendica o riconosce il diritto di scegliere in coscienza una morte dignitosa senza limitazioni.
«Penso che nella società ci siano due aspettative: da un lato poter determinare il proprio destino quando si è malati e dall`altro non essere abbandonati o discriminati nelle cure».
C`è un pericolo per la libertà di coscienza nel Pd?
«È un aspetto che non può essere messo in discussione da un partito con uno statuto conforme alla Costituzione. Specie su questioni bioetiche, l`obiezione riguarda sia il mondo sanitario che quello politico. Un grande partito come il nostro è giusto che abbia all`interno una riflessione continua su questi temi. L`obiezione di coscienza dà la cifra alle organizzazioni liberali, specie quando le derive autoritarie sono dietro l`angolo».
Ma fa anche ostaggi, come le donne che non trovano medici abortisti nei consultori.
«Per questo bisogna garantire l`organizzazione e la programmazione che assicuri l`applicazione della legge 194».
E della candidatura della segretaria alle europee cosa pensa?
«Per me non è un tabù se la segretaria si candida. I leader scendono in campo quando lo ritengono opportuno per far vincere i partiti».


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