Di Calabria non vuole parlare perchè è la situazione del Paese a preoccuparlo. «Viviamo un momento difficile per la tenuta democratica delle nostre istituzioni», dice il senatore Pd Ernesto Magorno. E’talmente preoccupato che ieri pomeriggio ha organizzato a Lamezia un dibattito interno al suo partito per un sostegno di piazza a Mattarella.
Senatore Magorno, perchè questa iniziativa?
«Per ribadire il nostro no alla deriva populista e demagogica accordo, che voleva spingere l’Italia fuori dall’Unione Europea. Per fortuna il Capo dello Stato ha tenuto la barra dritta e siccome ritengo inaccettabili le dichiarazioni rilasciate da Di Maio l’altra sera a Fiumicino, credo sia necessaria una mobilitazione popolare non solo del Pd, ma ditutte le forze sinceramente democratiche del Paese. Per quanto concerne il mio partito si è deciso di organizzare una grande manifestazione il primo giugno a Roma. Il Pd calabrese sarà in prima fila ed infatti svolgeremo identica manifestazione il 2 a Catanzaro»
Secondo lei Mattarella non ha forzato la mano?
«Ha solo esercitato le sue prerogative Costituzionali. Il problema è che il voto popolare ha fatto vincere forze che non sono riuscite a mettere in campo un Governo. Mi pare sia evidente a tutti che il tavolo lo ha fatto saltare Salvini e non Mattarella».
Ma qualcuno potrebbe dire che la colpa è dellalegge elettorale e che il Rosatellum l’avete fatto voi…
«In realtà non è così. Questa legge è il frutto di un compromesso parlamentare. E’ noto a tutti che Renzi voleva l’Italicum».
Ma lei ha capito chi voterà la fiducia a Cottarelli? Ci sarà una nuova edizione del patto del Nazareno?
«Mi pare che Berlusconi abbia detto chiaramente che non voterà la fiducia…»
E quindi?
«Quindi si torna a votare»
Con la stessa legge elettorale?
«Chiaramente, non ci sono ad oggi maggioranze in grado di approvarne una nuova».
E nel caso di elezioni a breve come vede il Pd?
«Il mio partito deve avere la capacità di mettere in campo le proposte e le politiche già avviate nei precedenti Governi, soltanto con una maggiore capacità di parlare alla gente, sopratutto ai giovani ai quali dobbiamo dare certezze sul futuro mentre oggi non hanno nemmeno speranze. Ma soprattutto deve avere la capacità di rimanere unito, un partito diviso già di per se stesso è perdente».
Certo se guardiamo a quanto accade in Calabria e all’ultima assemblea nazionale parlare di unità del Pd è quasi un ossimoro
«Accetto la provocazione ma questo è il momento dell’unità. In gioco non c’è il destino del Pd o dei suoi rappresentanti, ma quello del Paese. Domenica sera è accaduto qualcosa che ha cambiato definitivamente l’Italia e mi pare che anche il Pd ne ha preso coscienza. Lo testimoniano le dichiarazioni di Martina, Orfini, Delrio, Marcucci e Guerini che hanno espresso la più convinta vicinanza a Mattarella e stigmatizzato il gioco delle tre carte di Salvini e Di Maio e soprattutto il loro irresponsabile attacco alle istituzioni. Di fronte a questa situazione così complessa su cosa ci dobbiamo dividere? Mi laci anche dire che aveva ragione Matteo Renzi quando ha sostenuto che era impossibile fare un governo con 5 Stelle che vogliono portare il Paese fuori dell’area euro»
Lei è più renziano di tutti…
«Lo sono dal 2011 e rimango tale perchè sono convinto che Renzi sia il più lucido e l’unico leader del centrosinistra italiano, la persona che può anche produrre una spinta propulsiva alla costituzione di un mevimento democratico e progressista in tutta Europa. Vorrei ricordare che i partiti socialisti sono in crisi in tutta Europa e in confronto agli altri il Pd comunque mantiene. Quindi ci penserei prima di tirare la croce addosso a Renzi».
C’è chi dice che vuole fare un partito per conto suo…
«E’ una fake news. Se avesse voluto lo avrebbe fatto in un altro momento. Renzi con grande senso di responsabilità ha accettato di fare il segretario, poi il Presidente del consiglio. Se voleva fare un altro partito penso che il tempo giusto sarebbe stato allora».
C’è anche chi dice che il Pd rischia la dissoluzione. Nel mondo cattolico c’è un grande fermento: ha paura che i cattolici democratici possano arrivare a una scissione?
«Questo movimento di cui mi parla non mi risulta né in Calabria nè in Italia. Aggiungo che c’è piena sintonia di vedute, non a caso la presidenza nazionale dell’Azione cattolica ha espresso solidarietà a Mattarella. Il contiibuto dei cattolici nel Pd è fondamentale e i valori di solidarietà, difesa dei ceti deboli, tolleranza sono il cemento che accomuna tutte le anime che compongono il Pd. Per questo leggo con favore le iniziative portate avanti dalla Chiesa calabrese e dal vescovo Bertolone. Sono la volontà di dare un contributo, ovviamente ben accetto, alla discussione politica interna. Insomma la vedo al contrario di lei e tutto ciò mi fa ottimista sulla nascita di un grande partito di centrosinistra».
Ritiene in pericolo i finanziamenti previsti nel Patto per il Sud?
«Se andavano al Governo 5 Stelle e Lega certamente si. Cottarelli vedremo».
L’ultima domanda riserviamola alla Calabria. Niente congresso quindi?
«Sarebbe stato assurdo farlo vista la situazione. Ma se legge con attenzione la lettera di Rossi vedrà che si ribadisce la legittimità “nella forma e nella sostanza” della convocazione. Quindi è solo un rinvio. Ci aggiorneremo dopo l’esito della prossima assemblea nazionale»
E nel frattempo il partito resta senza guida?
«No sarà guidato dagli organismi eletti per il congresso».