Senatrice Simona Malpezzi, Gentiloni sul piano von der Leyen dice che il treno, con tutti i suoi limiti, è partito e ostacolarlo è un errore.
«Sono d`accordo. Quel piano è un inizio, con dentro una serie di punti critici che vanno migliorati. Ma per poterlo fare, insieme ai socialisti e democratici, devi far parte della partita e far valere tutto il tuo peso». E un modo per aiutare anche l`Ucraina? «Nel giro di un paio di mesi l`ordine mondiale fondato sul multilateralismo è stato stravolto. Gli Stati Uniti, con la nuova amministrazione Trump, hanno cambiato approccio con una modalità e un linguaggio che mettono a rischio l`idea stessa dello Stato di diritto. Dimostrare che l`Europa non ha l`intenzione di rimanere ferma e vuole reagire può essere un segnale di deterrenza. Perché i nostri valori di libertà, democrazia e pace non possono essere lasciati senza protezione e difesa. È un messaggio a Putin che va dato senza tentennamenti. Come ha detto Súlchez al congresso del Psoe in Cantabria difendendo l`aumento di spesa per la difesa: “Solo l`Europa potrà proteggere sé stessa”».
Pensa che l`Italia resterà al fianco dell`Ucraina?
«Difendere i confini dell`Ucraina significa difendere i confini delle democrazie liberali. È vero che oggi alcune forze politiche in Italia usano un linguaggio di ambiguità, ma dovremo sempre ricordare che aiutare l`Ucraina significa aiutare l`Europa stessa, il nostro campo valoriale. Finlandesi, polacchi, abitanti dei Paesi del Nord lo sottolineano sempre. Anche perché loro hanno Putin ai confini e non lo dimenticano».
Per Conte il Pd è troppo pluralista…
«Fermo restando che per me il pluralismo rappresenta la natura stessa di un partito come il nostro che vuole perseguire la sua vocazione maggioritaria parlando a tutto il Paese, Conte dovrebbe occuparsi delle questioni interne al suo movimento. Noi siamo sempre stati rispettosi dei travagli che i 5 Stelle hanno vissuto negli anni e ce ne sono stati molti e anche recenti. Capisco che soffra la competizione con il Pd, dopodiché è un atteggiamento miope. Primo perché il Pd ha una storia di confronto democratico interno che Conte dovrebbe apprezzare. Secondo perché gli alleati, se l`obiettivo è vincere costruendo uno spazio alternativo alla destra, andrebbero sempre sostenuti».
Il Pd voterà compatto la risoluzione che presenterete in Parlamento?
«Abbiamo sempre lavorato negli anni in questa direzione. E il Pd ha sempre trovato una sintesi. Al Senato se ne è sempre occupato Alessandro Alfieri come capogruppo in Esteri e Difesa, insieme a tanti colleghi che hanno dato una grande mano. Ho sempre respirato la voglia di trovare una linea comune, dall`Ucraina al Medio Oriente».
Farete un congresso?
«Non ne vedo la necessità, onestamente. Secondo me, invece, è necessario aumentare gli spazi di discussione. Qualche direzione in più, per fare sintesi soprattutto nei passaggi più delicati e simbolici, sarebbe più utile di un congresso. In fondo quello che è successo rispetto al voto in Europa è figlio di questa mancanza: nell`ultima direzione non abbiamo discusso del piano von der Leyen perché il piano non era stato ancora dettagliato».