‘Nella giornata di domenica 12 aprile il sito web www.serviziopubblico.it ha diffuso un servizio giornalistico di Dina Lauricella che documenta gli scontri e in esso, al minuto 2.39, si vede distintamente un agente di polizia in borghese (riconoscibile in quanto tale per mezzo del casco di ordinanza) calpestare una manifestante inerme e inoffensiva. Molto opportune sono apparse di conseguenza le parole del capo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa, che – oltre ad aver definito un ‘cretino’ quel poliziotto – ha annunciato l’intenzione di ‘identificarlo e sanzionarlo’. Tutto giusto, ma restano due questioni da affrontare. Nei giorni scorsi ho presentato un disegno di legge per l’introduzione del codice identificativo sui caschi e le divise degli agenti che operano in situazioni di piazza, provvedimento urgente, urgentissimo. La seconda questione è altrettanto rilevante. Se è vero come è vero che gli scontri di sabato sono stati originati dal comportamento criminale di un piccolo gruppo di manifestanti, è altrettanto vero che comportamenti scorretti da parte di polizia e carabinieri, al limite dell’abuso e dell’illegalità, si rinnovano con eccessiva e allarmante frequenza. Qual è la formazione che gli appartenenti alle forze dell’ordine ricevono? Non è forse vero che per troppi di loro qualsiasi manifestante è un nemico? Non è forse vero che non è stato insegnato agli appartenenti alle forze dell’ordine che la titolarità del monopolio dell’uso della forza è una responsabilità delicatissima, da gestire con equilibrio e saggezza?’ Lo dichiara il sen. Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani.

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