La campagna diffamatoria contro le ong basata sulle illazioni del procuratore Zuccaro tragicamente penetrata a fondo». E, secondo il senatore del Pd e presidente della commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani Luigi Manconi, la guerra contro le organizzazioni non governative che salvano migranti in mare ha dei vincitori: «gli imprenditori della xenofobia».
Senatore, che cosa sta succedendo secondo lei?
È in atto un conflitto ideologico particolarmente acuto e la nostra parte, quella di chi crede che sia stata allestita la più velenosa campagna di diffamazione nei confronti delle ong e delle politiche intelligenti in materia di immigrazione, ha drammaticamente perso.
Una campagna di diffamazione che ha attecchito?
Certo, ed è penetrata a fondo, ottenendo esiti rovinosi nel nostro mondo, quello della sinistra così come nel mondo cattolico: ovvero dove finora i valori dell`accoglienza si sono rivelati più robusti.
Come ha fatto a penetrare così a fondo?
Perché si tratta di un`operazione molto suggestiva, basata su due pulsioni: una è il cosiddetto “complottismo”, che fa risalire
qualunque azione umana a una catena di soggetti l`uno collegato all`altro che, procedendo dal basso verso l`alto, arriva fino a una centrale organizzata, tanto meglio se personificabile in un grande cattivo, che trama per acquistare potere, condizionare le politiche e le economie, influire sui sistemi democratici.
E questo, secondo lei, sta succedendo con il fenomeno migratorio?
Credo che uno dei più antichi fenomeni umani, quello delle migrazioni, venga trattato da troppi quasi fosse la conseguenza di una serie di manovre economico-finanziarie o di strategie geopolitiche, determinate da interessi oscuri, che fanno capo a soggetti sovranazionali che rappresentano il nemico, che oggi gode della massima impopolarità: il globalismo, il mondialismo, la finanza internazionale, la speculazione economica, la finanza internazionale. E fatalmente spunta il nome del cattivo per eccellenza, George Soros, che tra i suoi connotati ha quello di essere ebreo. Scompaiono da questo scenario le carestie, le povertà, i disastri
ambientali, le guerre, i conflitti tribali, le dittature…
Torniamo alle cause di cui diceva prima. Non basta il complottiamo a spiegare questo attacco alle ong.
L`altra spiegazione è in qualche modo più sottile, perché può camuffarsi con molte maschere, tutte dotate di un loro fascino e tutte unite da una velleità che si vorrebbe provocatoria e anticonformista, ma che più banalmente io definisco come volontà di sporcare tutto. Sotto questo punto di vista le ong sono il bersaglio ideale, perché costituiscono un fattore di solidarietà che applica le proprie energie agli ultimi tra gli ultimi e nel momento ultimo della loro esistenza. Cosa c`è di meglio che sfregiarne l`immagine e sfigurarne
l`identità, introdurre il sospetto epresentare come ambiguo ogni loro atto, trasformare un bene possibile nell`insidia di un male?
Dunque come valuta le dichiarazioni del procuratore di Catania, Zuccaro?
Intanto ricordando che il 3 maggio il procuratore di Catania ha candidamente dichiarato: «non posso formulare alcuna accusa, lo farò se avrò quella prova, ma attualmente non ce l`ho».
E quindi non c`è nulla di concreto?
Ci possono essere sospetti, illazioni, ipotesi, ricostruzioni di fantasia e, come ha detto lo stesso Zuccaro, conoscenze. In altre parole, una sorta di elaborazione storico sociologica fondata solo ed esclusivamente su sospetti e sensazioni, che è legittimo lui abbia ma che avrebbe dovuto tenere per sé fino a quando non si fossero tradotti in prove concrete o almeno in indizi da approfondire e verificare.
Oggi non c`è nulla del genere e un lungo elenco di alte cariche istituzionali hanno smentito qualsiasi rapporto tra scafisti e ong e l`esistenza di finanziamenti illegali.
La questione sembra essere diventata, però, se ci sia o meno qualcosa di illegale nei salvataggi.
Il messaggio mai dichiarato, ma sempre evocato, è: dobbiamo soccorrere chi sta affogando? Quando poniamo questa domanda, si deve rispondere chiaramente che la risposta non comporta alcuna fattispecie penale perseguibile, se non l`omesso soccorso. Tanto è vero che tutti quelli indicati come possibili indizi a ben vedere sono comportamenti che variamente interpretano il dovere del soccorso ma che mai sono qualificabili come reati.
Ma a chi giova tutto questo?
Agli imprenditori della xenofobia. E giova a loro perché crea sospetto e ostilità. Diffonde l`equazione che il soccorso in mare significa complicità con gli scafisti. Conferma ciò che tanti pensano: gli immigrati non sono persone da salvare ma nemici da respingere e quindi vanno salvati, forse, ma in un numero il più ridotto possibile.
Lei crede che questo messaggio faccia presa sull`opinione pubblica?
Io credo che il danno sia stato mettere in discussione il dovere del soccorso. Il soccorso è stato assimilato a un comportamento che può diventare fattispecie penale.
E la politica dove è stata, in questo dibattito?
Se si può parlare della politica come blocco omogeneo, ma non la penso così, ha fatto certamente una figuraccia perché in larga parte ha accolto una tesi che si è rivelata ben presto un`ipotesi fantasiosa, fatta di una serie di considerazioni extragiudiziarie.
Non ci si è resi conto dell`importanza della questione?
La si è sottovalutata. Il dramma è che la posta in gioco riguarda domande essenziali sull`esistenza stessa del dovere di salvare vite umane e la discussione pubblica è stata profondamente condizionata da menzogne. Io mi chiedo come mai un procuratore che parlava di politica estera, che esponeva le sue idee sul numero di immigrati accoglibili in Italia sia stato presentato come più credibile di un altro procuratore capo, quello di Siracusa, che ha detto: non abbiamo alcuna prova.
E allora le ong, parte lesa in questo dibattito, che cosa potrebbero fare?
Dovrebbero mettersi insieme e ripartire da capo, spiegando concretamente con testimonial e racconti, nomi e cognomi, storie vere, la loro attività e chiedere fondi per rilanciarla, dopo i danni subiti.