‘Stefano Rodotà propose revisioni costituzionali molto profonde, oggi grida all’autoritarismo contro le riforme del governo Renzi. Anche i professori, evidentemente, cambiano idea’. Lo afferma il senatore Andrea Marcucci (Pd), facendo riferimento alla proposta di legge costituzionale numero 2452 depositata nel gennaio del 1985 da Rodotà come capogruppo della Sinistra Indipendente e concernente la riforma unicamerale del Parlamento. ‘Nel testo di legge Rodotà descrive con grande evidenza i limiti ed i guasti prodotti dal bicameralismo perfetto -spiega il parlamentare – ricordando che alla Costituente il Pci, Psi e Partito d’Azione erano per l’opzione monocamerale. Sorgono spontanee alcune domande al professore: trentanni dopo la sua proposta, non pensa che l’attuale sistema politico abbia mostrato ancora di più i suoi limiti e la sua inadeguatezza? E allora perchè definire le riforme del Premier Renzi una sorta di colpo di stato?Tra le altre cose, l’ipotesi di una Camera delle Autonomie locali era già presente nel dibattito dell’Assemblea Costituente, a dimostrazione del fatto che il ddl che ha iniziato il suo percorso in Senato è perfettamente inserito nello spirito della Carta’.

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