Salvatore Margiotta, lucano, sottosegretario dem a Infrastrutture e Trasporti, il Pd riparte da Giuseppe Conte?

«Il Pd ha fornito da subito una indicazione chiara: si riparte da Conte. Personalmente, ritengo possa incarnare il vero punto di equilibrio del centrosinistra. Può riuscirci. Penso sia un errore pensarlo a capo di un partito politico».

Oltre a Conte, però, ci vorrà anche qualcos`altro…

«Il Pd, con modalità differenti rispetto a Renzi e al suo partito, aveva già posto una serie di questioni. Alcune sono state già risolte, dalla delega ai Servizi alla governane del Recovery, altre sono sul tavolo. Ma sono punti che noi poniamo nell`ottica del rilancio perché il problema più importante, come ha ricordato il presidente Mattarella, continua ad essere la necessità di dare risposta alle tre emergenze: sanitaria, sociale ed economica».

Ha citato Renzi: lo volete ancora nel Governo dopo tutto quello che è successo?

«Riprendo Mattarella anche qui: ci vuole una maggioranza ampia. Il Pd ha più volte chiarito che non devono esserci veti, stessa posizione espressa da Crimi».

E dunque?

«E dunque medesima coalizione con Conte presidente».

Ma lei che idea si è fatto della crisi scatenata da Italia viva?

«Il momento è stato certamente inopportuno. Già dal mese di novembre noi avevamo posto dei problemi. Affrontandoli fin da subito e con un po’ di accortezza forse si sarebbe potuto evitare questo stop».

Il mandato è stato affidato al presidente della Camera, Roberto Fico. Come ormai spesso capita si tratta di un bis. Lei avrebbe voluto un governo «giallorosso» già nel 2018?

«Sono sincero, in quel momento la mia posizione era analoga a quella del partito. Pensavamo che sarebbe stato un errore andare con i 5 Stelle. La crisi del 2019 ha portato tanto noi quanto loro a rivedere quella posizione».

Fico, comunque, ha iniziato ad ascoltare i partiti del centrosinistra. Ma se dovesse fallire? Cosa succederebbe a quel punto?

«Guardi, io credo che riuscirà nel suo intento. Mi sembra che tutte le forze politiche interessate stiano ribadendo la volontà di rimanere insieme e rilanciare una discussione su programmi e progetti. L`obiettivo è comune: un governo che funzioni e abbia un`ampia legittimità parlamentare»

Capisco l`auspicio ma se non ce la fa?

«Ormai sono in politica da un po` e so bene che non si parla mai di subordinate finché si lavora sulla principale. Perché si rischia solo di indebolirla».

Allora proviamo in un altro modo. La «maggioranza Ursula» con le forze dello scorso governo più gli europeisti moderati, magari di Forza Italia, è un`opzione sul tavolo?

«Al di là delle formule, rilevo che Mattarella ha messo dei paletti. Cioè ha dato mandato a Fico di scandagliare l`attuale maggioranza senza sconfinare oltre. Se forze sinceramente europeiste si dichiareranno disposte a fornire un contributo ben vengano ma al momento io mi fermo qui».

C`è però la famosa quinta gamba in via di costituzione.

«Ho parlato finora di quattro forze riferendomi alla politica, nel senso di quattro partiti. Il quinto è al momento un gruppo. E lo dico col massimo rispetto perché è legittimato, con piena dignità e voti decisivi. Vedremo l`evolvere della situazione».

Rimanete fermamente contrari al voto?

«Sì perché, da uomo di governo, rilevo come già l`apertura della crisi ha determinato un rallentamento della macchina ministeriale. Non vorrei perdessimo altri due mesi tra campagna elettorale, votazioni e formazione del nuovo governo. Come ha detto Mattarella è una crisi da risolvere in pochi giorni».

In ballo, come noto, c`è il Recovery Fund. Quali vantaggi per il Sud?

«Mi concentro su ciò di cui mi occupo. Nel Recovery le infrastrutture ferroviarie hanno un peso importantissimo. Penso alla Salerno-Reggio Calabria ad Alta velocità, alla diagonale Taranto-Potenza-Salerno e alla Matera-Ferrandina. Tre opere strategiche per le quali sarà nominato commissario l`ad di Rfi. Una grande scommessa per il Sud e il Paese»


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