“Il caso del concorso del professor Conte si arricchisce di un nuovo capitolo. Non solo, il premier non riesce a chiarire le contraddizioni evidenti tra il curriculum e quanto contenuto nella lettera inviata a Repubblica, in cui si trincera dietro un argomento di pura forma, che non smentisce la sostanza (quella di avere lo studio ed essere socio del suo esaminatore al concorso, professor Alpa). Ma oggi scopriamo che, nel corso della sua carriera, è stato sorprendentemente molto fortunato. Come definire, altrimenti, un candidato che è stato giudicato per ben tre volte e con successo dallo stesso professore?”. Lo dice il senatore del Pd Salvatore Margiotta.
“E’ del tutto evidente – prosegue Margiotta – che queste circostanze gettino più di un’ombra sulla carriera universitaria del presidente del consiglio e sulla presunta moralità del M5S, che era pronto a incaricare una ex iena di vigilare sui concorsi universitari contro le baronie e, oggi, tace sulle ambigue amicizie del premier. Evidentemente, i grillini non sono più i fustigatori dei costumi di un tempo. Il governo viene prima dei 49 milioni sottratti dall’alleato di governo o dei concorsi opachi del premier. Registriamo con sorpresa che per i pentastellati il conflitto d’interesse o la lotta all’illegalità sono bandiere da agitare solo in campagna elettorale”.