“Nella Giornata della Memoria dobbiamo ricordare che a segnare il destino di milioni di ebrei, e di migliaia di ebrei italiani, furono scelte precise e azioni concrete, compiute da chi decise di discriminare, umiliare, imprigionare e privare della vita donne e uomini, bambini e anziani. Ricordare non solo l’innocenza delle vittime, ma anche le colpe dei carnefici. I nazisti e la loro ideologia genocida, certo. Ma insieme a loro ci furono gli esponenti di un regime, quello fascista, che nel 1938 varò le leggi razziali, la più grande infamia che mai abbia macchiato, dal punto di vista legislativo, la storia del nostro Paese. Doveroso, da parte del Presidente del Senato La Russa, aver parlato di ‘male assoluto’, ma altrettanto doveroso sarebbe stato ammettere che il fascismo di quella pagina storica è stato parte integrante. Doveroso sarebbe riconoscere, a cominciare dalla Premier, che nessuno può, se non uscendo fuori dal solco tracciato dai principi della nostra Costituzione, equiparare Salò e la Resistenza, il fascismo e l’antifascismo. Vorremmo sentirle dire poche parole chiare, che non siamo ancora riusciti ad ascoltare: ‘la Repubblica è fondata sull’antifascismo’. La memoria non è solo sguardo volto all’indietro ma esercizio attivo e costruzione del futuro”. Lo scrive il senatore del Pd Andrea Martella, segretario regionale Pd Veneto. “Ne abbiamo avuto l’esempio più drammatico in questi ultimi mesi – prosegue Martella -a partire dalla criminale strage terroristica compiuta da Hamas contro i civili israeliani e dall’assedio totale di Gaza da parte di Israele che sta provocando una catastrofe umanitaria. Da questa spirale emerge, purtroppo, una preoccupante ondata di antisemitismo che non si era mai vista da decenni. Criticare il governo di destra di Netanyahu è legittimo e per quanto ci riguarda persino doveroso, considerando i danni che sta producendo. E però nulla può giustificare posizioni antisemite, discriminazioni o attacchi nei confronti degli ebrei. Il governo israeliano non è Israele e non è il suo popolo. Così come Hamas nulla ha a che fare con il popolo palestinese e con la creazione di uno Stato palestinese. Ecco perché il cessate il fuoco è fondamentale, per riannodare i fili del dialogo e del confronto e giungere a quel ‘due popoli, due Stati’, che rappresenta l’approdo di una pace vera”.


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