“Si vuole riaprire una discussione che dovrebbe essere chiusa da tempo. Le elezioni regionali si tengono ogni cinque anni. Punto. Non lo dice il Partito Democratico, lo dice la legge. Eppure oggi assistiamo all’ennesimo tentativo di piegare le regole alle convenienze del centrodestra. È clamoroso che il ministro dell’Interno Piantedosi parli di una presunta libertà della Regione nel decidere la data del voto, come se i limiti temporali della legislatura non esistessero. E subito Zaia coglie la palla al balzo per tornare a invocare lo slittamento delle elezioni al prossimo anno, con l’ennesimo ‘approfondimento giuridico’ utile solo a guadagnare altri mesi di potere”.
Lo dichiara il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, commentando lo scambio tra il governatore veneto e il ministro dell’Interno.
“Qui non c’entra nulla la consuetudine del voto in primavera. Nel 2020 si votò in autunno solo per l’emergenza nazionale del Covid, un fatto eccezionale. Oggi invece non c’è alcuna emergenza, alcuna giustificazione sanitaria o giuridica. Solo la tenace ostinazione di un’intera classe dirigente che non vuole lasciare il potere, nemmeno dopo trent’anni di governo ininterrotto. Ma prorogare artificialmente una legislatura di sette-otto mesi, senza alcuna base normativa o ragione emergenziale, è uno schiaffo alla democrazia. È irrispettoso delle istituzioni e dei cittadini”.
“Il problema vero – conclude Martella – è che mentre Zaia pensa a come restare qualche mese in più in carica, il Veneto continua ad affrontare problemi reali e gravi: la crisi della sanità pubblica, il caro vita, la fuga dei giovani, i dazi che minacciano le imprese, l’emergenza abitativa. Per affrontare tutto questo serve un nuovo governo regionale, con una visione nuova, energie nuove, una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Non chi sta consumando gli ultimi mesi di un ciclo ormai esaurito. E soprattutto non chi pensa che la Regione sia cosa sua”.


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