“Chiediamo al Governo di agire
subito: potenziando gli organici, migliorando le condizioni
strutturali degli istituti di pena e garantendo il pieno
rispetto del dettato costituzionale sul fine rieducativo della
pena”. Lo dichiara in una nota Andrea Martella, senatore e
segretario regionale del Pd Veneto, citando l’apertura della
Porta Santa del Giubileo al carcere di Rebibbia.
“Un gesto simbolico e potente – prosegue Martella – che ci
ricorda che le carceri non sono solo luoghi di punizione, ma
anche di riscatto. Eppure, proprio in questi giorni, assistiamo
a nuovi episodi di tensione anche nelle carceri venete, gli
ennesimi, figli di un sovraffollamento cronico e di una carenza
di risorse che non possono garantire né la dignità dei detenuti
né la sicurezza degli operatori. È il segno di un sistema al
collasso, che deve essere affrontato con serietà e urgenza, come
ho chiesto di frequente con varie visite alle carceri e con
iniziative parlamentari”,
Martella ricorda quindi che il Veneto “il sovraffollamento ha
superato di gran lunga la capienza regolamentare, con carceri
come Santa Maria Maggiore a Venezia e l’Istituto penale minorile
di Treviso che rappresentano emblemi di un’emergenza non più
tollerabile. Celle sovraffollate, personale della polizia
penitenziaria insufficiente, così come quello dell’area
educativa e sanitaria mancanza di spazi per il lavoro, la
formazione e le attività ricreative: tutto questo non fa altro
che alimentare tensioni, autolesionismo e, troppo spesso,
tragici suicidi. Le carceri sono diventate gironi infernali sia
per i detenuti che per gli operatori. Come Partito Democratico
abbiamo proposto un approccio diverso, che superi la logica
della continua a creazione di nuovi reati e il mero inasprimento
delle pene. Investire sul reinserimento sociale, sulla
formazione, sul lavoro e sulle misure alternative alla
detenzione non è una concessione, ma un atto di civiltà e un
investimento sulla sicurezza collettiva. Il carcere non può
essere l’unica risposta a tutti i problemi: senza un progetto di
recupero, aumenta il rischio di recidiva e si perde
l’opportunità di costruire un futuro migliore”, conclude.