“Mi aspettavo da Letta la netta volontà di aprire in ogni direzione e di dare al Pd la giusta centralità nel centrosinistra” Così Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd, in una intervista ad Affaritaliani.it.  “Ci sta quindi – continua Mirabelli – la scelta degli interlocutori che ha indicato. E’ coerente con la sua impostazione. Nella quale rientra l’attenzione al dialogo e all’evoluzione del Movimento cinque stelle. Un elemento, questo, di continuità rispetto alla segreteria Zingaretti. Come è in continuità il giudizio sul governo di cui facciamo parte. Già da tempo, anzi subito dopo il discorso d’insediamento di Draghi, avevamo detto che ci riconoscevamo davvero nell’agenda di Draghi. Una posizione espressa sia dai gruppi che dallo stesso segretario. Non solo, ma dal primo momento abbiamo fatto notare che se c’era qualcuno che doveva faticare, rispetto alla sua storia, nell’aderire a quel programma era la Lega e non noi. Noi portiamo avanti le battaglie che riteniamo giuste e nell’interesse dei cittadini. Il nostro problema non è certo quello di trovare argomenti per contrastare la Lega. Poi, che temi come lo ius soli confliggano con il programma leghista è evidente. Non a caso siamo forze alternative, che convivono ora nello stesso governo. Ma ogni partito deve essere libero di avere la propria identità e avanzare le proprie proposte in Parlamento: per questo ho apprezzato molto l’intervento di Letta su questo perché non ha nascosto la nostra attenzione e volontà di porre il tema dei diritti civili al centro della nostra identità. Così come ho apprezzato il suo riferimento all’ordine del giorno approvato in Europa che dichiara l’Ue territorio Lgbt free”.
“Ora Letta vuole rilanciare l’azione del Pd nella sua ispirazione originale: noi sui territori ci siamo, abbiamo più amministratori di quelli della Lega. Ora si tratta di utilizzare meglio il loro contributo. Quanto alle piccole e medie imprese – insiste Mirabelli – il discorso è molto semplice: ad un forte impegno per il Sud, dichiarato dal segretario, ne corrisponde uno altrettanto netto a sostegno delle piccole e medie imprese e, quindi, al sistema produttivo del nord perché l’obiettivo finale consiste nel superare il divario nord-sud che non aiuta il Paese”.
“Sugli assetti discuteremo, anche nei gruppi. Ma penso che ieri Letta abbia voluto mandare a tutti noi un altro messaggio, più importante. E cioè che il rilancio del Pd si realizza attraverso le cose che saremo in grado di fare, di costruire e mettere in campo. Io credo che occorra superare l’idea che il rilancio passi attraverso semplici modificazioni o cambiamenti dei gruppi dirigenti. Il tema vero è cosa si fa quotidianamente, utilizzando proprio quel cacciavite di cui ha parlato il segretario. Il problema che abbiamo davanti è il modo in cui si discute, il modo in cui si manifesta il pluralismo all’interno di una forza politica. Io penso – conclude il senatore dem-  sia utile che in un partito si confrontino idee diverse. Se tale confronto, però, si traduce in mero correntismo, finalizzato a promuovere le persone sulla base di appartenenze piuttosto che sulla forza delle idee, allora è sbagliato. Abbiamo già pagato un prezzo alto per questa cattiva interpretazione del pluralismo all’interno del Pd”.


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