Il grande clamore suscitato dall`inchiesta sui siti illegali di scommesse che ha coinvolto alcuni calciatori ha provocato una discussione che ha impegnato i media e le diverse componenti del mondo del calcio su un tema, come quello del gioco d`azzardo, normalmente ignorato. Sono stati messi in evidenza i danni che, soprattutto sui più giovani, possono produrre le scommesse e il gioco patologico, si è sottolineata la necessità di trasmettere, anche nello sport, messaggi educativi e valori per contrastare la “cultura dell`azzardo`: Ma se non si vuole essere ipocriti e si vuole evitare che questo dibattito resti fine a se stesso, bisogna denunciare il paradosso di un mondo sportivo, soprattutto quello del calcio, che da una parte, per bocca dei suoi stessi vertici, si scaglia contro le scommesse e l`azzardo e dall`altra è diventato strumento per pubblicizzarle. Dal 20181a pubblicità del gioco è proibita in televisione, ma l`Agcom ha deciso di consentire la pubblicità di dati e notizie e ciò ha permesso, da una parte di promuovere i siti che si richiamano a quelli del gioco che spesso sponsorizzano le maglie delle squadre e i tabelloni pubblicitari negli stadi e, dall`altra, ha permesso di propagandare in tv le quote che le diverse agenzie propongono per le scommesse raccontando così anche su cosa è possibile giocare. L`idea che per combattere il gioco patologico si debba intervenire per ridurre la domanda e l`offerta è quella che ha ispirato le norme del 2018 e quelle che hanno portato a ridurre le slot e le vlt. Questa è la strada su cui occorre proseguire per realizzare gli obiettivi di cui tanto si è parlato in queste settimane. Superare questa contraddizione tra le parole spese per proteggere dal gioco patologico e i fatti che raccontano invece della disponibilità, in nome delle necessità economiche, di pubblicizzarlo, sarebbe la degna conclusione di questa vicenda. Non serve aspettare che Agcom prenda atto dell`abuso che viene fatto delle sue linee guida, cosa peraltro necessaria, ma basterebbe una decisione della Federcalcio, delle società e degli operatori dell`informazione per essere coerenti con ciò che giustamente si sta dicendo. Infine, è auspicabile che anche il ministro per lo Sport Abodi sia coerente con ciò che ha detto in questi giorni e rinunci all`idea, che ha più volte esplicitato, di presentare un disegno di legge del governo per superare il divieto di pubblicizzare giochi e scommesse. S


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