Una recente ricerca svolta da Oxfam certifica che in Italia il 10% della popolazione detiene i 3/5 delle ricchezze del Paese e che questa concentrazione di ricchezza è aumentata dal 2010 a oggi di oltre il 7%. La stessa ricerca racconta che poco più di 2,2 milioni di famiglie italiane, per un totale di 5,7 milioni di individui, vivono in condizioni di povertà assoluta, quasi il 10% degli italiani è quindi in povertà assoluta. Ancora si registra tra il 2019 e oggi una diminuzione del potere d`acquisto dei salari del 10%. Il quadro che emerge è di un Paese in cui i ricchi diventano sempre più ricchi e le altre persone, ceto medio compreso, scivolano verso il basso e perdono potere d`acquisto. Continuano quindi a crescere le diseguaglianze e la destra che le ha usate per alimentare rabbia e invidia sociale, oggi al governo, le ha dimenticate e ha rinunciato a qualunque politica di equità, anzi con l`abolizione del reddito di cittadinanza e le sue politiche fiscali rischia di aumentare le iniquità. Di fronte al progressivo e inaccettabile aumento delle distanze tra pochi ricchi e gli altri, un fenomeno mondiale che si traduce anche nel peggioramento delle condizioni e delle prospettive di vita per tanti, la lotta alle diseguaglianze deve qualificare lo schieramento democratico e progressista. Il tema della giustizia sociale è più che mai attuale e deve tornare a essere un obiettivo fondante per le forze democratiche che può far incontrare culture e storie diverse. Ma soprattutto è la questione decisiva per tornare a rappresentare tante e tanti che sentono la politica distante ed estranea. Certo la lotta alle diseguaglianze va declinata guardando a ciò che le determina oggi, in questo tempo. Il lavoro precario, i salari bassi, la difficoltà crescente ad accedere alle prestazioni sanitarie o ad una abitazione sostenibile, sono fattori che determinano più di altri l`aumento delle diseguaglianze e il peggioramento delle condizioni di vita per tanti. È su questo che le forze democratiche, in Italia e in Europa, devono saper costruire politiche pubbliche credibili, tanto più oggi mentre Trump e i suoi alleati nel mondo stanno teorizzando e praticando una idea che considera un peso insostenibile ogni intervento pubblico anche sullo stato sociale. L`attenzione ai problemi concreti, la credibilità delle proposte per affrontarli e la necessità dell`intervento pubblico per proteggere le persone devono essere i cardini della proposta di chi vuole costruire un`alternativa e parlare a chi sta più indietro. Serve mettere le persone e le loro condizioni di vita al centro della proposta politica occupandosi meno di discussioni spesso autoreferenziali su come organizzare il campo e le forze politiche e più di costruire consenso tornando in sintonia con i tanti che non si sentono più rappresentati e che chiedono attenzione e protezione. Salario minimo, difesa della sanità pubblica, politiche fiscali eque, sono tra le proposte che danno sostanza e credibilità a una battaglia sacrosanta per ridare e superare le diseguaglianze in un tempo in cui, guardando agli Usa, le scelte si orientano verso gli interessi dei più forti cancellando le politiche pubbliche.


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