Credo che l`inchiesta coordinata dalla Dda di Milano, che ha portato a 11 arresti, meriti qualche riflessione, ma non tanto perché alcune ditte coinvolte hanno allestito 4 padiglioni a Expo. Anzi, le infiltrazioni in aziende coinvolte nella costruzione di padiglioni non devono far dimenticare lo straordinario lavoro fatto da tutte le istituzioni, col contributo decisivo di Anac e riconosciuto da tutti (antimafia, forze dell`ordine, magistratura), per impedire che i grandi appetiti della criminalità organizzata su Expo trovassero soddisfazione. Credo, invece, che sia importante riflettere sul livello di presenza e infiltrazione delle mafie nell`economia e nelle imprese, soprattutto al Nord, perché questo
continua a essere un tema sottovalutato, mentre serve prendere atto che siamo di fronte a un fenomeno consolidato di cui non è percepita la pericolosità, ma che è in grado di inquinare l`economia e la concorrenza e, quindi, la nostra stessa convivenza. Sono ormai troppe le inchieste, da Aemilia a quelle numerose della Dda milanese, che raccontano della disponibilità di imprenditori a collaborare con la criminalità organizzata in cambio di vantaggi e, ancora di più di una fascia grigia di professionisti che lavorano per organizzare reati fiscali, false fatturazioni o veri e propri atti illeciti. Tutto ciò mostra quanto sia urgente affrontare una questione che non può essere delegata solo alla magistratura. Anche la recente inchiesta lombarda pone alle organizzazioni imprenditoriali e agli Ordini professionali la necessità di fare di più per prevenire, denunciare e penalizzare tutti i comportamenti che possono favorire l`illegalità, comprese le sottovalutazioni colpevoli che, spesso, consentono di liberare la strada al malaffare. La Commissione parlamentare Antimafia in questi anni ha più volte incontrato le associazioni imprenditoriali e gli stessi Ordini professionali per porre loro il tema del ruolo che possono e dovrebbero svolgere per combattere le infiltrazioni mafiose. Ma i risultati non sono sufficienti. Eppure, credo che sia prima di tutto interesse della stragrande maggioranza degli imprenditori e dei professionisti espellere dal tessuto legale chi getta discredito sulle loro categorie e inquina il mercato. La politica e le istituzioni
continuano a lavorare per alzare un muro rispetto alle penetrazioni mafiose e, in questi anni, si sono fatti passi avanti importanti. Alla luce di queste inchieste, però, è necessario che anche le associazioni imprenditoriali e gli Ordini professionali prendano atto che il tema della lotta alle mafie deve assumere
centralità e tradursi in una nuova consapevolezza e in iniziative concrete.

Sen. Franco Mirabelli capogruppo Pd
in Commissione parlamentare Antimafia


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