“Il Documento di Economia e Finanza (DEF) approvato dal governo è finto e inutile.
I pochi, scarni numeri che filtrano confermano l’impressione che Meloni e Giorgetti non sanno che pesci pigliare e tengono nascoste le loro carte per tentare di scavallare indenni le elezioni europee.
Il governo, in primo luogo, dovrebbe spiegare perché i conti nel 2023 sono andati completamente fuori controllo, con un deficit enormemente superiore rispetto alle previsioni iniziali e pesanti riflessi sul debito, che nei prossimi anni tornerà a crescere in rapporto al PIL (contrariamente alle previsioni del settembre scorso). La colpa è del super bonus, viene ripetuto come un mantra. Gli extra costi del 110 per cento sono sicuramente il fattore chiave. Nessuno però ci ha ancora spiegato perché, dopo il decreto di febbraio 2023, per un intero anno nulla di serio sia stato messo in campo per frenarne i costi (che da fine 2022 a fine 2023 sono schizzati da 69 a 100 miliardi, fino a sfondare i 122 miliardi a fine marzo scorso).
Secondo: il governo, presentando un DEF solo tendenziale (come fanno di solito gli esecutivi dimissionari…), sceglie di non dire nulla sulla politica di bilancio che prefigura per i prossimi tre anni. La scusa ufficiale è che “mancano le istruzioni” in relazione all’entrata in vigore del nuovo patto di stabilità europeo. La verità è un’altra. I nodi che in tanti avevamo evidenziato quando abbiamo discusso la legge di bilancio stanno venendo al pettine: crescita sovrastimata, nessuna vera strategia di rilancio dell’economia, il grosso delle misure (dal taglio del cuneo al primo modulo della riforma IRPEF) finanziate solo per il 2024. Ora che bisognerebbe indicare come trovare i soldi che mancano – a spanne, almeno 20 miliardi – il governo si trincera dietro un rigoroso silenzio. Perché? Perché Meloni e Giorgetti dovrebbero iniziare a dire quali tasse aumenteranno e quali spese saranno tagliate. E dovrebbero ammettere che gran parte delle loro promesse non saranno mantenute. Quello che manca, in questo DEF, non sono le “istruzioni” europee. Manca la volontà di dire la verità all’Italia”. Così in un post sui social il senatore Antonio Misiani, responsabile Economico del Pd.


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