‘Una riforma della tassazione sugli immobili che tenga conto dei bisogni delle famiglie colpite dalla crisi e del sistema produttivo’. E’ quanto afferma il senatore del Pd Claudio Moscardelli nel suo intervento sul decreto Imu-Cig. ‘E’ significativo che il provvedimento adottato abbia portato sollievo alle famiglie e alle aziende agricole con le esenzioni per la prima casa e per gli immobili rurali. Ma è un primo passo. Sto predisponendo – continua Moscrdelli – un disegno di legge che più dell’esenzione della prima abitazione per tutte le fasce di reddito e non solo per quelli più bassi parta dal peso della fiscalità sulle attività produttive’. ‘I Ministero dell’Economia – aggiunge il parlamentare – ha fornito al Parlamento i dati relativi alla tipologia di unità immobiliari coinvolte nel pagamento dell’IMU. Nel 2012 da imprese e negozi è arrivato il 41 % del gettito IMU pari a oltre 10 miliardi di euro’. Precisamente da capannoni, alberghi, case di cura producono ben 6,4 miliardi l’anno, dai negozi arrivano 1,8 miliardi, dagli uffici e studi professionali si ha un importo di 1,2 miliardi, dai laboratori artigianali il gettito è di una somma pari a 1,1 miliardi di euro. Per far ripartire la domanda aggregata e con essa l’economia, dobbiamo prestare attenzione alle esigenze del mondo produttivo chiamato ad affrontare senza possibilità di successo la concorrenza dei paesi emergenti sul lato dei costi del lavoro, e dall’altro dei paesi avanzati che dispongono di sistemi fiscali più efficienti ‘. ‘L’impossibilità di contrarre il costo del lavoro – afferma Moscardelli – deve spingerci ad adottare provvedimenti che consentano al sistema produttivo italiano di riacquisire margini di competitività . Riconoscere – continua – in questo scenario la deducibilità, ai fini dell’imposte sul reddito, dell’IMU pagata significa riconoscere all’impresa una riduzione del costo sostenuto pari ad un terzo per i soggetti IRES, anche oltre tale valore per i soggetti irpef’. ‘La scarsità delle risorse pubbliche disponibili – conclude Moscardelli – deve indurci ad individuare delle priorità con cui adottare i prossimi interventi non solo in materia di IMU, ma anche di IVA, con la consapevolezza che per far ripartire l’economia italiana bisogna far ripartire i consumi delle classi di reddito che si collocano nella parte più bassa della scala distributiva e consentire alle nostre imprese di poter competere all’interno di un economia sempre più esposta alla competizione internazionale’.

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