MOZIONE DI SFIDUCIA

Il Senato,

Premesso che,

nel contratto di Governo si legge testualmente che:” Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia“;

 

l’analisi costi benefici sulle grandi opere infrastrutturali, tra cui la TAV Torino -Lione, è stata annunciata dal Governo sin dalla scorsa estate. Lo scorso 24 luglio, il Ministro delle infrastrutture e trasporti, ha dichiarato che qualsiasi azione volta alla prosecuzione dei cantieri si sarebbe configurato come un “atto ostile” nei confronti del Governo, fintanto che l’esecutivo non avesse sciolto i dubbi e concluso la nuova analisi costi benefici;

 

la pubblicazione dei risultati dell’analisi costi-benefici erano stati annunciati dapprima entro l’estate, successivamente entro novembre, poi entro la fine dell’anno, poi ancora per il mese di gennaio fino ad arrivare al 12 febbraio 2019 quando è stata pubblicata sul sito del Ministero delle infrastrutture e trasporti;

 

il Ministro delle Infrastrutture ha inoltrato i risultati dell’analisi costi-benefici, prima ancora della pubblicazione sul sito Ministero, al Governo francese e alla Commissione europea, ignorando il Parlamento italiano che a più riprese aveva chiesto di essere tempestivamente informato sugli esiti della suddetta analisi;

 

Il Ministro ha altresì impedito alle competenti Commissioni parlamentari di procedere all’audizione del Prof. Ponti prima della pubblicazione dei risultati dell’analisi costi/benefici adducendo come motivazione il fatto che il Governo si era impegnato a condividere le conclusioni dell’analisi prima con gli interlocutori internazionali direttamente interessati;

 

Considerato che,

 

le denunce di accesso agli organi competenti da parte di parlamentari del gruppo PD hanno fatto emergere il ritardo e le contestazioni della Corte dei Conti sulle procedure di nomina della struttura di missione chiamata a predisporre l’analisi costi/benefici. La stessa modalità di composizione della struttura tecnica di missione che ha redatto la suddetta analisi palesava sin dall’inizio non solo un evidente orientamento contrario nei confronti dell’opera ma anche con annessi conflitti di interesse;

 

uno dei componenti, il Prof. Pierluigi Coppola, non ha firmato il documento conclusivo contestandone il metodo di lavoro e le conclusioni. Una spaccatura che ha da subito messo in discussione la stessa terzietà delle conclusioni;

 

il documento stabilisce che il “VANE” (valore attuale netto, saldo tra i costi dell’opera, lavori e gestione, i costi esterni, i minori benefici per utenti e operatori, e dall’altra parte i benefici economici diretti e indiretti) è pari a 6.995 milioni di euro nello scenario “realistico” di previsioni di traffico (25,2 milioni tonnellate di merci nel 2059) e pari a 7.805 milioni nello scenario “ottimistico” (previsioni osservatorio 2011, 51,8 milioni di tonnellate);

 

uno dei principali paradossi della richiamata analisi è stata addirittura quella di annoverare tra le “negatività” dell’opera persino il mancato introito derivante dalle accise sul carburante usato dai Tir a fronte di un miglioramento in termini ambientali;

 

tali cifre sono state immediatamente contestate da numerosissimi esperti, centri di ricerche e organismi imparziali;

 

dal documento sull’analisi costi-benefici redatto dal gruppo del Prof. Ponti emergono con forza le incongruenze circa le dichiarazioni che hanno accompagnato in questi mesi il lavoro del Ministro Toninelli a partire dalla negazione che gli scavi del tunnel non fossero iniziati salvo poi ammettere come riporta lo stesso sito che sono stati già scavati diversi km del tunnel di base oltre ai 25 km di gallerie servizio;

 

Preso atto che,

 

in data 1 marzo, secondo quanto riportato da numerosi organi di stampa, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Giuseppe Conte, ha espresso un parere positivo sull’ipotesi di realizzazione della cosiddetta “mini Tav” proposta dalla Lega come soluzione alternativa al progetto originario della Tav Torino-Lione. In data 3 marzo il Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Luigi Di Maio, ha nettamente respinto ogni ipotesi di realizzazione della “Mini Tav”, evidenziando una grave divergenza di opinioni all’interno della compagine di governo;

 

il Presidente del Consiglio ha altresì evidenziato come il documento analisi/costi benefici fosse sul serio inaffidabile, al punto da portarlo a richiedere, in considerazione anche della necessità di restituire credibilità al Paese, un’integrazione del documento pubblicato lo scorso 12 febbraio. Tale integrazione ha portato ad una forte riduzione delle perdite previste nel documento originario, lasciando tuttavia ancora vivi dubbi e criticità sul metodo di analisi adottato;

 

la proposta di realizzazione della “Mini Tav” appare del tutto irrealistica in quanto il progetto comporterebbe l’avvio di nuove procedure burocratiche, l’attuazione di interventi di ripristino di lavori già fatti, la perdita di ingenti finanziamenti, il pagamento di pesanti penali, la messa in crisi delle imprese coinvolte e la perdita di numerosi posti di lavoro. Essa si configura, quindi, soltanto come una maldestra exit strategy dalla situazione politica che si è venuta a creare nella maggioranza di Governo;

 

Rilevato che,

 

i bandi di gara della Telt – società italo-francese che coordina la costruzione dell’opera – per l’avvio dei lavori della TAV Torino-Lione risultano essere bloccati dal mese di settembre 2018. Di fatto sono stati persi ben sei mesi che avrebbero consentito al nostro Paese di proseguire i lavori di realizzazione della infrastruttura;

 

in questi giorni, grazie all’utilizzo di escamotage lessicali, su vari organi di informazione sono state diffuse notizie confuse sulla gestione dei bandi di gara della Telt che in realtà nascondono un vero e proprio via libera del Governo ai medesimi per scongiurare il rischio della perdita di 300 milioni di euro di finanziamenti da parte dell’Unione Europea;

 

le risorse economiche stanziate per la realizzazione della Tav Torino-Lione hanno una grandissima valenza anche in chiave occupazionale considerando che a rischio sono complessivamente 50.000 posti di lavoro;

 

l’unica vera analisi costi benefici è stata già effettuata nella scorsa legislatura e riportata nell’ambito dell’allegato al DEF 2017 “Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture” e specificata nell’allegato al DEF 2018 “Connettere l’Italia: lo stato di attuazione dei programmi per le infrastrutture di trasporto e logistica”;

 

una delle più importanti azioni di project review ha interessato proprio la tratta in questione ed in particolare la prima fase della tratta italiana di adduzione al tunnel di base del collegamento Torino-Lione che ha fatto registrare un risparmio pari a quasi 2 miliardi e mezzo di euro passando da 4 miliardi e 393 milioni di euro a 1 miliardo e 910 milioni di euro. Tale revisione è stata recepita con delibera Cipe del 22 dicembre 2017;

 

Osservato che,

 

la vicenda della TAV Torino-Lione è indicativa di come il Ministro stia affrontando l’intera materia delle infrastrutture nel nostro Paese;

 

nel corso dell’ultima legge di Bilancio sono stati posti in essere, con l’avvallo del Ministro delle infrastrutture e trasporti, una serie di definanziamenti e tagli ai danni di Anas e Ferrovie che rischiano di compromettere numerosi investimenti nel Paese. Il fondo investimenti Anas, come denunciato anche dall’ANCE, è stato definanziato per un miliardo e 827 milioni. Ferrovie dello Stato hanno subito un taglio di oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro sulle disponibilità del prossimo triennio;

 

dall’evoluzione della vicenda Tav Torino-Lione, emerge che il Ministro avrebbe spudoratamente mentito al Parlamento e al Paese nonché al Governo Francese e alla Unione Europea sottoponendo all’attenzione di tutti una analisi costi/benefici palesemente infondata e ora oggetto di “aggiustamenti” da parte del Presidente del Consiglio;

 

il suddetto comportamento appare del tutto incompatibile con il ruolo ricoperto;

 

 

Visto l’articolo 94 della Costituzione;

visto l’articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica;

esprime la sfiducia al Ministro delle Infrastrutture e lo impegna a rassegnare immediatamente le dimissioni.

 

 

MARCUCCI, MALPEZZI, MIRABELLI, STEFANO, VALENTE, FERRARI, COLLINA, BINI, CIRINNA’