Non solo quello di Matteo Renzi, ma anche il governo precedente di Enrico Letta aveva sottovalutato la vicenda Telecom e ora l`Italia non solo rischia di trovarsi senza alcuna compagnia telefonica nazionale, ma anche senza una rete all`altezza. L`analisi di Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria del Senato, è severa.
Domanda. In prima battuta Renzi si è detto soddisfatto delle novità Telecom: è finito il capitalismo di relazione, dice. Condivide?
Risposta. Mah, il premier scopre la verità di Telecom in ritardo: la resa della finanza Italiana era già avvenuta nell` autunno 2013, quando Mediobanca, Generali e Intesa si dissero pronte a vendere a Telefonica, che non fu in grado di approfittarne. Bolloré ha fatto gol a porta vuota. In ogni caso va detto che Telecom è finita nelle mani del capitalismo di relazione francese, i cui esponenti hanno studiato tutti nelle stesse scuole, si conoscono e si sostengono l`un l`altro, prefetti di polizia o top manager che siano. D`altra parte i gruppi finanziari francesi sono per lo più intrecciati fra loro.
D. Vuol dire che la musica non è cambiata?
R. Ma insomma: Bolloré è entrato in Italia con Mediobanca, prima al seguito di Maranghi, poi in alleanza con Cesare Geronzi e infine, ai tempi di Nagel, come socio di riferimento in Piazzetta Cuccia. Bolloré ha il 15% di Vivendi, che ha il 24,9% di Telecom. Luigi Einaudi avrebbe detto che, grazie alla piramide societaria, comanda con i soldi degli stolti. Mi limito a dire, con Louis Brandeis, che comanda con i soldi degli altri. Come si è sempre fatto nel cosiddetto capitalismo di relazione.
D. Il contrario del capitalismo di relazione sono le public company, che in Italia non funzionano.
R. Il capitalismo italiano non segue il modello anglosassone. Non è detto che sia male. D`altra parte, il capitalismo di relazione prospera anche nelle società a proprietà diffusa. Gli interlocking directorates si diffusero negli Usa già all`inizio del `900 e ancora resistono; i grandi manager siedono l`uno nel board dell`altro per sostenersi a vicenda.
D. Telecom, però, poteva essere un modello diverso.
R. Telecom Italia privatizzata ha sperimentato tutte le forme di proprietà: il nocciolo duro di soci stabili, la scalata dei capitani coraggiosi, l`establishment imprenditoriale impersonato da Tronchetti Provera, quello finanziario con il gotha bancario e assicurativo di Telco. Con l`eclisse di Telco, la proprietà non aveva più un riferimento ed eccoci a Bolloré, l`eterno ritorno del sempre uguale.
D. La public company prima o poi viene scalata.
R. Appunto, e infatti sarebbe stato meglio abbassare la soglia dell`opa al 15%, come aveva chiesto il Senato, ma l`allora premier Enrico Letta e il neo segretario del Pd Renzi fecero orecchie da mercante.
D. Renzi disse allora e ripete oggi: decida il mercato gli assetti di controllo, l`importante è che si facciano gli investimenti.
R. In questo uguale a Letta. Ma con il governo sull`Aventino chi ci dice se ci sono gli investimenti? Magari sarebbe meglio partire dai conti per evitare di scoprire i disastri quando è tardi. Telecom ha 27 miliardi di debiti finanziari al netto della liquidità (onerosa) che deve tenere a garanzia e realizza 7 miliardi di ebitda. L`ultimo Bernabé aveva portato il rapporto debtkbitda nettamente sotto le 3 volte, siamo tornati a 4 dopo aver venduto le torri e l`Argentina. E pensare che Mediobanca si lamentava di Bernabè… Come può ora il governo credere che un soggetto così debole svaluti la rete in rame e faccia gli investimenti sulla banda larga non su pochi centri ricchi ma su grande scala?
D. Renzi ha incontrato i vertici di Vivendi, avrà avuto delle rassicurazioni.
R. Avrà chiesto a Bolloré e Arnaud de Puyfontaine la ricapitalizzazione di Telecom? Dubito e ancor più dubito che gli sia stata promessa. Avrà chiesto se Telecom investirà e se Vivendi si ritiene azionista stabile o l`intermediario di altri. Immagino che avrà ricevuto le solite risposte generiche.
D. Si parla molto di Orange che assorbe Telecom.
R. Lo sento dire anch`io. Peraltro la cronaca dice che i rapporti migliori Bolloré li ha con Cesar Aliena. Non a caso Vivendi ha venduto a Telefonica la brasiliana Gvt, che pure piaceva a Tim Brasil. E ora Tim Brasil sembra di nuovo in vendita, magari dopo adeguata ristrutturazione. Vedremo. E comunque con un Niel al 15% la partita Telecom non può dirsi conclusa.
D. Telecom è quindi ancora terra di battaglia?
R. Nel 2013 Telecom avrebbe potuto negoziare un accordo con Orange e poi andare insieme alla trattativa con Deutsche Telekom per far nascere un colosso europeo. Ma allora l`Italia scommetteva su Telefonica.
D. Le che cosa si aspetta farà la nuova Telecom?
R. Con margini decrescenti e debito junk, Telecom non può essere un investitore paziente. Mi attendo un rimescolamento delle carte. Nel quale il governo potrà giocare un ruolo.
D. Quale?
R. L`obiettivo primario è la rete a banda ultralarga. La soluzione logica sarebbe costituire una società della rete quotata e indipendente, che acquisisca la rete attuale di Telecom Italia e con il contributo di tutti la rinnovi,
ma ci vorrebbe un`intesa sul valore della rete in rame che non c`è. Ci si chiede se esista un`altra strada, e qui il governo ha ondeggiato: prima vorrebbe far entrare la Cdp in Telecom, poi lancia l`Enel, ma al dunque non schiera Metroweb con la società elettrica e torna verso Telecom. Intanto, Bolloré si allarga.
D. Veramente sembra stia trattando con Berlusconi per Mediaset.
R. Si parla di Mediaset Premium, ma potrebbe presto apparire sul tavolo il bersaglio grosso. Del resto, se cedesse a Vivendi il controllo di Mediaset, Silvio Berlusconi diluirebbe assai il conflitto d`interessi politico che da vent`anni gli impiomba le ali.
D. Tutto bene, allora?
R. No. Resterebbe la questione del duopolio televisivo. Aggravata. Con una Rai sempre più commissariata dal governo senza un disegno industriale e una Mediaset controllata da un soggetto attivo nelle tic, settore regolato in larga misura, e capace di condizionare per questa via la produzione dei contenuti.


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