‘Non si può fare riferimento a un testo del ’57, quando le tv private non c’erano e l’Iri gestiva Rai e Sip’
«L`ineleggibilità di Berlusconi è una questione superata dai fatti: se vuole restare in Parlamento venda tutto». Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria, neo senatore del Pd, sta per presentare un disegno di legge per togliere i Democratici dal dilemma.
Mucchetti, Berlusconi è eleggibile?
«Berlusconi è eleggibile con l`attuale norma, che tuttavia non è più adeguata ai tempi. La posizione reale di Berlusconi è quella di un parlamentare che si trova in una situazione di conflitto di interesse radicale, essendo lui e la sua famiglia azionisti di controllo di una società che ha in uso un bene pubblico scarso, le frequenze radio, tramite un contratto con lo Stato».
E allora?
«Ma l`articolo 10 della legge 361 de11957 individua il conflitto d`interesse in capo agli esponenti aziendali ma non agli azionisti. La titolarità ‘in proprio’ è stata intesa come riferita alla persona fisica o alle imprese interamente possedute dalla persona. Era l`Italia del 1957. Quando le autostrade e le telecomunicazioni appartenevano all`Iri; la tv commerciale era di là da venire, le Poste e le Ferrovie erano direzioni ministeriali. Un`Italia del tutto diversa».
Il Pd perciò gettala spugna?
«Direi proprio di no. Berlusconi è l`azionista di controllo di una società quotata in Borsa, pertanto la norma di cui parliamo non è applicabile. Così è stato deciso per vent`anni. Io propongo: riscriviamo la norma E nel riscriverla teniamo conto dei due diritti garantiti dalla Costituzione: il diritto di proprietà e il diritto all`elettorato passivo, alla luce della più generale esigenza che il mandato parlamentare sia esercitato senza l`ombra di interessi personali in conflitto con quelli dello Stato».
Detta così sembra una questione di lana caprina. Grillo chiede di votare per Berlusconi° dentro o fuori del Parlamento: sì o no?
«Grillo dica quello che vuole. Non vorrei ripagare della stessa moneta Berlusconi, l`uomo politico delle leggi ad personam. Ci vuole una normativa valida per tutti da qui in avanti».
Quindi Berlusconi non si tocca?
«Il problema non è di cacciare Berlusconi dal Parlamento, anche perché il Cavaliere non cesserebbe con questo di essere un leader politico influente tanto quanto lo è Grillo, che in Parlamento non ci sta. Ma gli eletti del popolo che vengano a trovarsi in conflitto di interesse, devono scegliere se conservare il mandato parlamentare – rimuovendo in radice la causa del conflitto, e dunque vendendo a soggetti certamente terzi la partecipazione di controllo – o rassegnarsi a lasciare il mandato parlamentare. Il Cavaliere oggi è incompatibile».
Presenterà un disegno di legge?
«Sì al più presto. Può costituire un punto di convergenza e dialogo non soltanto per il Pd ma con l`intero Parlamento».
Persino con i berlusconiani?
«Il Pdl reclama il presidenzialismo. Non ho obiezioni di principio, a patto che si adegui il sistema delle garanzie costituzionali, e si risolva il conflitto d`interessi».
Mucchetti, Berlusconi è eleggibile?
«Berlusconi è eleggibile con l`attuale norma, che tuttavia non è più adeguata ai tempi. La posizione reale di Berlusconi è quella di un parlamentare che si trova in una situazione di conflitto di interesse radicale, essendo lui e la sua famiglia azionisti di controllo di una società che ha in uso un bene pubblico scarso, le frequenze radio, tramite un contratto con lo Stato».
E allora?
«Ma l`articolo 10 della legge 361 de11957 individua il conflitto d`interesse in capo agli esponenti aziendali ma non agli azionisti. La titolarità ‘in proprio’ è stata intesa come riferita alla persona fisica o alle imprese interamente possedute dalla persona. Era l`Italia del 1957. Quando le autostrade e le telecomunicazioni appartenevano all`Iri; la tv commerciale era di là da venire, le Poste e le Ferrovie erano direzioni ministeriali. Un`Italia del tutto diversa».
Il Pd perciò gettala spugna?
«Direi proprio di no. Berlusconi è l`azionista di controllo di una società quotata in Borsa, pertanto la norma di cui parliamo non è applicabile. Così è stato deciso per vent`anni. Io propongo: riscriviamo la norma E nel riscriverla teniamo conto dei due diritti garantiti dalla Costituzione: il diritto di proprietà e il diritto all`elettorato passivo, alla luce della più generale esigenza che il mandato parlamentare sia esercitato senza l`ombra di interessi personali in conflitto con quelli dello Stato».
Detta così sembra una questione di lana caprina. Grillo chiede di votare per Berlusconi° dentro o fuori del Parlamento: sì o no?
«Grillo dica quello che vuole. Non vorrei ripagare della stessa moneta Berlusconi, l`uomo politico delle leggi ad personam. Ci vuole una normativa valida per tutti da qui in avanti».
Quindi Berlusconi non si tocca?
«Il problema non è di cacciare Berlusconi dal Parlamento, anche perché il Cavaliere non cesserebbe con questo di essere un leader politico influente tanto quanto lo è Grillo, che in Parlamento non ci sta. Ma gli eletti del popolo che vengano a trovarsi in conflitto di interesse, devono scegliere se conservare il mandato parlamentare – rimuovendo in radice la causa del conflitto, e dunque vendendo a soggetti certamente terzi la partecipazione di controllo – o rassegnarsi a lasciare il mandato parlamentare. Il Cavaliere oggi è incompatibile».
Presenterà un disegno di legge?
«Sì al più presto. Può costituire un punto di convergenza e dialogo non soltanto per il Pd ma con l`intero Parlamento».
Persino con i berlusconiani?
«Il Pdl reclama il presidenzialismo. Non ho obiezioni di principio, a patto che si adegui il sistema delle garanzie costituzionali, e si risolva il conflitto d`interessi».