Massimo Mucchetti, lei è uno dei 19 senatori del Pd ad aver fatto quella che la maggioranza definisce «un`imboscata» sulla Rai.
 «Nessuna imboscata. Avevamo già chiarito le nostre riserve nel gruppo e in Commissione. In Aula avevamo chiesto di accantonare la delega sul canone Rai per migliorarla. Ma il sottosegretario Giacomelli aveva il mandato di tirare diritto. Dopo, sull`altra delega, quella sul riordino legislativo, ha invece accettato di riscriverla. Non si poteva farlo anche sulla prima?».
Forza Italia ha votato con voi.
 «La convergenza va bene se la raggiunge Renzi e va male se la raggiungono altri?».
 Che ne pensa del soccorso dei «verdiniani»?
«Leggo sul Corriere che su io verdiniani solo uno o due hanno votato per la soppressione della delega, gli altri si sono astenuti. Fino a prova contraria, i verdiniani fanno parte dell`opposizione. Un`opposizione che non vota, aiuta il governo, sia pure a metà. L`altra metà verrà quando saranno più chiari i compensi».
Vi si accusa di essere ormai un «partito nel partito».
 «Ma quale partito nel partito. Il problema è come si costruiscono le decisioni. Se coinvolgendo quanti hanno qualcosa da dire o se in una logica brutalmente maggioritaria».
Il vostro è un fallo di reazione per il caso Azzollini?
 «No. Io ho votato contro gli arresti domiciliari. Semmai è il vertice del Pd, un giorno giustizialista e l`altro no».
Contestate la mancanza di discussione interna.
«Il gruppo del Senato ha discusso di Rai a giochi fatti. Sulla riforma costituzionale 25 senatori del Pd hanno presentato un documento che può ancora offrire una base di discussione. Ma Palazzo Chigi non ha mai interloquito, altro che negoziati».
Martedì la Vigilanza nomina il nuovo Cda.
«Il ddl Rai è stato impostato in modo maldestro nei contenuti, perché non si parla di governante prima di chiarire la mission rivedendo la Gasparri, e pure nei tempi. Diventerà legge all`inizio del 2°16, ma la Rai deve rinnovare i vertici scaduti. Dunque, si va con la Gasparri. Era chiaro da sempre».
Si parla di elezioni.
«Nessuna paura, chi le minaccia, salga al Colle e le chieda invece di fare melina. Ma non credo accadrà: si andrebbe al voto con il Consultellum, distruggendo l`Italicum, la riforma costituzionale, dunque la storia politica ipermaggioritaria di Renzi.

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