di Roberto Cociancich
Questo provvedimento puè essere riassunto in quattro parole; trasparenza, semplificazione, rapidità e responsabilità. Quello che mi pare importante evidenziare subito è che attraverso la trasparenza, e la digitalizzazione ne è una chiave fondamentale, si mette in atto un’azione diretta a prevenire la corruzione. E’ bene che ci siano misure punitive che facciano da deterrente ma è ancor meglio se la si può prevenire. La Pa che questo testo disegna rappresenta una medicina che rende più difficile il processo corruttivo. E’ nella Pa che si deve costruire un corretto rapporto tra politica e amministrazione.
Quando vi è incertezza sui confini e sui contenuti di queste due responsabilità, allora il processo decisionale diventa poco trasparente ed inefficace. Per ciò che riguarda la semplificazione basta pensare alla procedura del silenzio-assenso, che è una rivoluzione dal punto di vista della procedura amministrativa. Il tema della semplificazione e della rapidità si ritrova anche nei tempi, che saranno certi, dell’azione amministrativa, ma soprattutto in tutte quelle norme che parlano della digitalizzazione. Credo che questa disposizione abbia un profondo valore anche dal punto di vista della democrazia del nostro Paese. L’ultima parola chiave è responsabilità, su cui ci giochiamo la credibilità del Paese, ovvero la capacità di assumerci – sia come politici, sia come amministratori – la responsabilità delle nostre attribuzioni di fronte ai cittadini. E questo provvedimento incide radicalmente sul tema della responsabilità, intervenendo sull’aspetto del merito. Una valutazione del merito più semplice delle performance degli amministratori pubblici e dei dirigenti; un principio di formazione continua, con la Scuola nazionale di formazione; l’istituzione di un ruolo unico; la distinzione delle fasce e la durata breve degli incarichi, pari a sei anni, un principio di rotazione e di mobilità. Tutte scelte che renderanno più responsabile la pubblica amministrazione e più efficiente il nostro Paese.