“Meloni su aumento accise tenta di nascondere le proprie responsabilità sollecitando Guardia di Finanza e Antitrust per indagare sul fenomeno dell’aumento dei prezzi: ma sembra tanto l’ispettore di un cittadino al di sopra di ogni sospetto che indaga sul proprio delitto. Il colpevole è noto dalla prima scena: è il Governo che in un momento delicatissimo fa ricrescere il costo di un bene essenziale capace di trasmettere spinte inflattive all’intera economia”. Lo dichiara il senatore del Pd Antonio Nicita.

“Non solo – aggiunge – le misure di monitoraggio che vengono annunciate come novità, ci sono già da anni. Il Governo Meloni sembra ignorare le attività che da oltre vent’anni svolge sul punto l’Antitrust. L’AGCM dal 2000, con il primo caso aperto dal Presidente Tesauro sui contratti tra compagnie e distributori, monitora costantemente le evoluzioni dei prezzi in un mercato oligopolistico e ha già agito in questi venti anni con diverse decisioni, impegni assunti da compagnie e gestori e segnalazioni al Governo. Per esempio, l’osservatorio ministeriale “trovaprezzi” è stato già reso operativo, proprio grazie all’azione Antitrust. In Germania, l’Antitrust si è attivato ad agosto ma per il problema opposto a quello che osserviamo in Italia, cioè per una mancata riduzione dei prezzi in presenza di taglio delle tasse sui carburanti”.

“Da noi, come conferma il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica – conclude Nicita – l’incremento attuale dei prezzi dei carburanti è imputabile solo alla mancata proroga del taglio delle accise. Se il Governo volesse fare qualcosa dovrebbe concentrarsi non sul monitoraggio, che c’è già, ma sulla razionalizzazione degli oltre 22 mila punti di distribuzione, sulla trasparenza della formazione dei prezzi “plaza” a monte, sulla razionalizzazione delle politiche di raffinazione. Insomma alla propaganda di ieri sul taglio alle accise segue la porpaganda di oggi sul monitoraggio. E a farne le spese sono lavoratori, famiglie e imprese”.

 

 


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