“Per la prima volta dal 2000, la
Commissione di vigilanza Rai approva una delibera fortemente
disallineata da quella dell’Autorità indipendente AGCOM tutta
piegata ad una visione di distorsione informativa a favore della
voce di Governo. Se alla fine viene approvato a denti stretti il
sacrosanto principio della introduzione del peso degli ascolti
per fascia oraria nella valutazione dei tempi di parola e di
notizia, al tempo stesso vengono bocciati emendamenti, proposti
dalla minoranza, che rendevano più aderente il principio con le
disposizioni Agcom”. Cosi in una nota Antonio Nicita, Vice
Presidente dei Senatori PD e membro della Commissione Vigilanza
Agcom.
“In due emendamenti – aggiunge – la maggioranza ha inserito
spazi supplementari, e ultronei, della voce del Governo in
contesti che riguardano esplicitamente il dibattito
politico-elettorale. In particolare un emendamento (4.13)
preliminarmente illustrato come fosse stata una mera riedizione
della medesima diposizione contenuta nella delibera del 2019 –
che la minoranza avrebbe votato – si è scoperto contenere poi
una parte aggiuntiva da usare come grimaldello per inserire
sempre la voce del Governo in ogni dibattito politico
elettorale. Un altro emendamento della maggioranza (4.4)
sopprime alcuni obblighi di parità di trattamento favorendo, di
nuovo, la voce del Governo”.
“Se il diritto a informare e ad essere informati anche sulle
attività del Governo è sempre stato garantito in par condicio
dalle leggi vigenti, modificare dopo oltre venti anni le
delibere per far si che si dia sempre la parola al governo
dentro un dibattito politico-elettorale è una distorsione
evidente segnale assai preoccupante. Siamo convinti che Agcom
saprà resistere, con l’applicazione delle leggi esistenti, a
questi tentativi”, dichiara il parlamentare.
“Ci prepariamo ad una battaglia durissima, in tutte le sedi
competenti, nella quale entriamo già con un’attitudine
editoriale partisan di alcuni tg del servizio pubblico, peraltro
in crisi di ascolti. D’altra parte, sotto un profilo di
efficacia politica, se da un lato siamo convinti che
l’intelligenza degli italiani sia più forte di ogni propaganda,
dall’altro non possiamo non osservare piccoli passi in
successione che rappresentano segnali preoccupanti da TeleMeloni
a OrbaNews”, conclude. (


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