“L’annuncio dell’istituzione della fattispecie di reato di femminicidio da parte del Cdm di oggi, con un ddl che nel contempo rafforzerebbe altre misure e mettendo al centro la tutela delle donne vittime di violenza, pare andare nella direzione da noi molte volte invocata e potrebbe dunque essere un utile passo avanti. Attendiamo ovviamente di vedere il testo, ma le norme preannunciate rispecchierebbero il lavoro trasversale della Bicamerale femminicidio e prima, della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere. Non possiamo non rilevare però che ancora una volta il Governo agisce con misure penali che intervengono a violenza o femminicidio orami agiti, continuando ad ignorare l’azione preventiva dell’educazione. Femminicidio e violenza di genere sono fenomeni culturali, legati alla sperequazione di potere tra uomo e donna e a modelli sociali e di relazione segnati da un patriarcato che ancora persiste. Su questo fronte il primo governo guidato da una Premier, Giorgia Meloni, può e deve fare di più, rispetto alla continua riproposizione di modelli sociali e familiari obsoleti e maschilisti. Per questo torniamo a chiedere, proprio alla vigilia dell’8 marzo, di affiancare a questo ddl sul reato di femminicidio anche le nostre proposte sull’educazione all’affettività e al rispetto della diversità di genere. E in coerenza anche quelle sulle molestie sessuali e sul consenso. Dobbiamo essere tutti consapevoli che la battaglia contro il femminicidio e la violenza contro le donne si combatte prima di tutto sul terreno del cambiamento socio culturale e che non può certo bastare il diritto penale”. Lo dicono i parlamentari Pd nella Bicamerale femminicidio Cecilia D’Elia, vicepresidente, Sara Ferrari capogruppo, Antonella Forattini, Valentina Ghio, Filippo Sensi e Valeria Valente.


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